“Che bella giornata”, un successo girato in riva al Ticino
Il film con il comico Checco Zalone continua a macinare incassi: diventa il maggiore della stagione e sta per battere anche il record de La vita è bella di Roberto Benigni. Girato sulle sponde del "fiume azzurro"

Il film con Checco Zalone, diretto dall’amico Gennaro Nunziante e prodotto dalla romana Taodue, in sole due settimane di programmazione nei cinema ha incassato oltre 31 milioni di euro. Per usare dei termini di paragone ha battuto persino il film che si pensava fosse il campione di incassi di quest’anno, Benvenuti al sud, che a sorpresa aveva raggiunto i 30 milioni. Ma non solo: l’uscita del film di Zalone ha arrestato letteralmente gli incassi delle opere natalizie La banda dei babbi Natale e Natale in Sudafrica, entrambi “fermi” intorno ai 20 milioni di euro. Altro paragone un po’ più storico: Che bella giornata si appresta a battere anche il superincasso di La vita è bella di Roberto Benigni. Non si può ancora dire che il film con Luca Medici, in arte Checco Zalone, sia il maggior incasso italiano: i dati in Italia vengono infatti misurati con l’incasso e non con il numero di spettatori (come invece accade in Francia) e spesso, storicamente, non si tiene conto dell’aumento dei prezzi del biglietto.
Resta il fatto che la pellicola sia davvero la sorpresa dell’anno, o meglio degli ultimi anni. Il film parla di terrorismo e paura, in maniera anche molto scorretta, ma ha il coraggio di affrontare un tema molto attuale. Un coraggio che gli spettatori sembrano premiare: non solo gli italiani vanno a vedere il film, ma ne sono anche soddisfatti, come dimostrazione le recensioni on-line e i giudizi dati sui siti specializzati.
Avere come maggiori incassi due film (Benvenuti al sud e Che bella giornata) realizzati basandosi non sulle facili, e a volte volgari, gag, ma su una comicità intelligente, deve far pensare. Soprattutto che il cinema italiano non sta poi così male: è vero che si tratta di commedie, ma di commedie si trattava anche negli ’60, quando si viveva il moneto d’oro del cinema italiano, quando questi incassi permettevano anche di realizzare altre opere.
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