Quel giorno che il mondo salutò Dalì

I varesini Franco Aresi e Franco Garbin erano gli unici fotografi italiani presenti a Figueras nel giorno del funerale del maestro. Un reportage inedito pubblicato per la prima volta da VareseNews

Il 23 gennaio del 1989 Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech, marchese di Púbol, moriva stroncato da un infarto. Il mondo dell’arte perdeva un maestro e la piccola cittadina di Figueras perdeva colui che l’aveva resa celebre al mondo. Stravagante, geniale, bizzarro, amatissimo o detestato, fu protagonista nella vita così come nella morte. Il giorno del funerale tutta Figueras visse commossa l’ultimo saluto all’artista e telecamere e obbiettivi di tutto il mondo seguirono l’evento. Tra essi gli unici fotografi italiani erano Franco Aresi di Varese e Franco Garbin di Gallarate, capitati lì un po’ per caso nella storia.
 
Come mai eravate a Figueras?
Franco Garbin. Ero a Barcellona per un servizio di moda quando ho saputo della morte di Dalì. Figueras non è molto distante e ho deciso, nella giornata libera, di andare a vedere cosa succedeva, nel mentre avevo sentito Franco Aresi che si trovava in Camargue.
 
Cosa vi ricordate di quella giornata?
Franco Aresi. C’era moltissima gente, sembrava che tutto il paese fosse uscito per rendere omaggio al maestro. La sensazione che si respirava era di grandissima partecipazione, non solo facce tristi ma c’era chi piangeva e si disperava. Il sentimento era spontaneo.
 
Le vostre foto sono inedite?
F.A. In effetti nessun giornale le ha mai pubblicate. Per motivi di lavoro in effetti siamo rientrati in Italia dopo alcuni giorni e i giornali italiani avevano acquistato i servizi dalle agenzie straniere. I tempi erano diversi, non esistevano gli internet point dove poter spedire le foto ed esisteva ancora la pellicola e non il digitale.
 
Come si è svolta la cerimonia?
F. G. Il feretro ha attraversato tutto il paese tra due alidi folla, ha raggiunto la Basilica dove si è svolta la cerimonia funebre poi il corteo ha scorato la bara fino alla sua casa Museo dove Dalì aveva espresso la volontà di essere tumulato. L’atmosfera era molto surreale con le Guardie vestite con abiti disegnati dall’artista, le autorità con divise tipiche catalani e gente comune molto stravagante.
 
In questo caso la fortuna ha giocato un ruolo importante.
F.A. Nella fotografia la fortuna ha una buona fetta di importanza. Per essere nel posto giusto al momento giusto non serve solo spirito di iniziativa ma ovviamente anche fortuna.
 
Che rapporto c’è tra la fotografia e il tempo?
F.A. Bisogna innanzitutto definire cosa è la fotografia, e distinguerla dall’immagine. Per me la fotografia è quell’attimo in cui si riesce a fermare un momento senza grandi manipolazioni. L’immagine invece è il risultato finale di una elaborazione, dove si perde il sapore della storia. Per questo non ritocco mai le fotografie.

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Figueras 1989, l’ultimo saluto a Salvador Dalì 4 di 21
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Gennaio 2011
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Figueras 1989, l’ultimo saluto a Salvador Dalì 4 di 21

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Salvador Dalì. La mostra a Milano 4 di 9

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