“La città è malata cronica e grave”
Legambiente commenta la situazione sempre deficitaria dell'aria che respirano i milanesi, pressochè sistematicamente oltre i limiti di legge per la concentrazione di polveri sottili
Presumibilmente, dato il clima, esaurito con oggi il bonus-smog di 35 giorni di superamento della soglia per le polverisottile, Milano è di nuovo "fuorilegge", rileva Legambiente Lombardia: urgono politiche di riduzione del traffico. "La concentrazione media delle polveri fino ad oggi è stata due volte e mezzo il consentito, 2011 anno orribile: peggio solo il 2002 e il 2006. Dal 1 gennaio solo per tre giorni l’aria è risultata respirabile. Comincia dunque un altro anno di infrazione comunitaria e un risultato tra i peggiori mai registrati.
"Ad essere impressionante, più che il numero di giorni di superamento, è il dato medio di concentrazione delle polveri: 98 microgrammi/mc calcolati sull’intero periodo. La media annua, ci dice l’UE, non dovrebbe mai superare il valore 40: dall’inizio dell’anno, dunque, i milanesi hanno respirato aria due volte e mezzo più inquinata del consentito". E così anche quest’anno una delegazione di Legambiente si è recata a Palazzo Marino per suonare la sveglia agli amministratori milanesi consegnando simbolicamente una maschera d’oro antismog.
“Le centraline ARPA sono il termometro delle politiche urbane di Milano, e ci dicono che la città è malata cronica e grave – questa la diagnosi di Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – in campagna elettorale la Moratti aveva promesso una città con trecentomila auto in meno, a fine mandato il risultato non c’è e, anzi, secondo il PGT appena approvato dovremo fare i conti con una crescita del traffico: ma in che razza di città pensiamo di accogliere le centinaia di migliaia di abitanti previste dal PGT?”
Secondo le elaborazioni svolte nella Valutazione Ambientale Strategica del piano urbanistico approvato nei giorni scorsi, la realizzazione di nuovi insediamenti e infrastrutture produrrà, da qui al 2030, un aumento del 7% del traffico automobilistico, addirittura del 23% per quello commerciale. Difficile pensare, aggiunge Legambiente, che, con questa iniezione di nuovo traffico l’aria possa davvero migliorare.
A rendere spiazzanti i dati del 2011 sono i confronti con gli anni precedenti: nonostante ARPA segnali un generale trend positivo per la qualità dell’aria in Lombardia, pur tra gli alti e bassi legati ai capricci climatici, a Milano il miglioramento non si nota più. Il 2011 è il terzo anno peggiore del decennio, dopo i terribili 2002 e 2006. Non c’è dubbio che l’aria sia molto migliorata rispetto agli anni ’80 e ’90, ma dal 2000 questa evoluzione positiva è andata smorzandosi. Per migliorare la situazione, ribadisce il Cigno Verde, occorrono invece investimenti in infrastrutture e servizi, in primo luogo per la mobilità collettiva e la ciclabilità. "Milano e provincia devono sviluppare politiche di area metropolitana per dotarsi di una offerta di trasporto collettivo paragonabile a quella delle altre metropoli europee, riducendo la congestione da traffico. E anche gli interventi di emergenza, come i blocchi del traffico, per essere efficaci devono essere intrapresi a livello di area vasta, perchè l’inquinamento non conosce i confini comunali.
Milano ha fatto male ad improvvisare blocchi del traffico e abbassamenti della temperatura? – chiede Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – Certo, avrebbe potuto pensarci prima, è stato detto! Ma ai sindaci dell’hinterland di Milano, alla Provincia e alla Regione Lombardia, si deve fare la stessa critica, e con l’aggravante di non essersi nemmeno posti il problema di fare qualcosa”.
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