La Lega e i suoi ex
La storia della Lega è segnata anche dagli abbandoni. Sono diversi i dirigenti e i militanti celebri che in questi vent'anni si sono allontanati dal partito, alcuni sono ritornati, altri no.
Addii e ritorni, espulsi e scappati. La storia della Lega è segnata anche dagli abbandoni. Sono diversi i dirigenti e i militanti celebri che in questi vent’anni si sono allontanati dal partito, alcuni sono ritornati, altri no.
La "Lega Nuova" – Il 10 ottobre Franco Castellazzi informa, attraverso un succinto comunicato stampa inviato a tutte le testate giornalistiche, che lui ed altri cinque consiglieri eletti nelle liste della Lega, fuoriuscivano dal Movimento per costituire un nuovo gruppo denominato: “Lega Nuova”. I Consiglieri regionali transfughi sono: Franco Castellazzi, Virgilio Castellucchio, Gisberto Magri, Michele Corti, Paolo Arrigoni e Massimo Colombo. Dopo alcuni giorni, pentiti della scelta fatta, Michele Corti e Paolo Arrigoni, chiedono a Bossi l’autorizzazione a rientrare nel Movimento. Un paio di mesi dopo rientra anche Massimo Colombo.
Alla Lega Nuova aderirà per un breve periodo anche Piergianni Prosperini, anche luì iniziò la carriera politica nelle file del partito di Bossi. Passò poi alla destra e si candidò con Alleanza Nazionale.
Gianfranco Miglio esce dalla Lega – Il professore lasciò il partito nel 1994.
Da sempre sostenitore di una riforma dello stato in senso federalista fu l’ideologo della Lega Nord. Dopo la rottura con Umberto Bossi diede vita alla breve stagione del Partito Federalista. Nonostante il suo allontanamento dal Carroccio per molti militanti Ginafranco Miglio resta una figura di riferimento, moltissimi sostenitori leghisti continuarono a provare grande simpatia e ammirazione per il professore e per le sue teorie.
Espulsi Rocchetta, Marin e Aliprandi – Il 5 settembre del 1994 il Consiglio Federale della Lega, riunitosi oggi, ha deliberato all’unanimità l’espulsione dal Movimento degli onorevoli Franco Rocchetta, Marilena Marin e Vittorio Aliprandi. Per i primi due la motivazione è la seguente: “per aver tentato di danneggiare la Lega impedendone lo sviluppo della linea politica, cercando di creare una scorciatoia nel Polo delle Libertà verso un partito unico di “berlusconiana origine” e per ritardare il federalismo”.
L’onorevole Vittorio Aliprandi, viene espulso per non aver ottemperato al dovere di versare il contributo mensile, che i parlamentari della Lega Nord lasciano al Movimento, oltre che per aver appoggiato il disegno politico di Rocchetta e Marin.
Il "tradimento" di Luigi Negri – È il mese di gennaio del 1995. Il Segretario Nazionale della Lega Nord – Lega Lombarda on. Luigi Negri, durante un Consiglio Nazionale, dichiara di essere in disaccordo con Umberto Bossi. Il malumore, come per altri esponenti e militanti del partito che hanno poi preso strade diverse, è stato originato dalla scelta di abbandonare il Governo Berlusconi. Viene sfiduciato da quasi tutti i presenti, esclusi i suoi fedelissimi che lo seguono.
Cancellati i comizi di Irene Pivetti – Nel mese di agosto del 1996 si ha la rottura definitiva con l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti contraria alla svolta "secessionista" della Lega. Il 12 settembre dello stesso anno viene espulsa "per le sue affermazioni in opposizione alla linea secessionista del Movimento".
Il "grande repulisti" – Il 5 novembre 1997 è il giorno di un altro storico abbandono. Il senatore Vito Gnutti, ha rassegnato le dimissioni al Presidente del Senato, perché “sono un atto dovuto in seguito alla mia elezione al Parlamento della Padania”. Il Governo
provvisorio della Repubblica Federale della Padania, ha deliberato che la “carica di membro
del Parlamento della Padania, è incompatibile con quella di qualsiasi altro parlamento, fatta
eccezione per quello europeo”. Due anni dopo, il 5 luglio 1999, nel corso della seduta del congresso straordinario della Lega sono state anche deliberate le espulsioni di Vito Gnutti, Giuseppe Ceccato e Paolo Bampo mentre un altro politico in vista, Domenico Comino, ha rassegnato le dimissioni da Segretario Nazionale della Lega Nord Piemonte. Umberto Bossi in quell’occasione promette che, al prossimo Congresso, ci sarà un "grande repulisti".
Max Ferrari e il Fronte indipendentista – È l’aprile del 2006 quando il giornalista di Telepadania ha lasciato la Lega Nord e ha fondato il Fronte Indipendentista Lombardia, con il quale si è candidato alle elezioni provinciali di Varese ottenendo 3.143 voti e lo 0,9 %.
Nel 2009 Ferrari forma la coalizione Lombardia Autonoma insieme alla Lega Padana – Lombardia di Roberto Bernardelli ed al Progetto Lombardia di Giulio Arrighini. Sotto le insegne di Lombardia Autonoma si candida alle elezioni provinciali di Milano ottenendo 5.585 voti. Sempre nel 2009 si candida per le elezioni europee nella lista L’Autonomia.
Nel 2010 ritorna alla Lega Nord.
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