Galli: “I ticinesi vogliono contenere i frontalieri, non mandarli via”

Il presidente della provincia di Varese commenta il risultato dell'altra Lega. «Dovremo imparare a trattenere la manodopera qualificata e le imprese che fuggono in Svizzera»

dario galli commenta le elezioni della lega«Non possiamo che essere soddisfatti per la performance della Lega dei Ticinesi, soddisfatti per i voti ricevuti e per il fatto che adesso i consiglieri leghisti al governo saranno due». Il risultato delle votazioni cantonali, che nel primo scrutinio ha premiato il partito di Giuliano Bignasca, è un buon segno secondo il presidente della provincia di Varese, Dario Galli. Un segnale da interpretare come un riconoscimento su «temi che, seppur con sfumature diverse, sono portati avanti anche dalla nostra Lega, non mi stupisce minimamente che i cittadini l’abbiano premiata».

Che cosa vi accomuna?
«La difesa delle identità oltre al fatto di pensare al futuro dei territori e a garantire la sicurezza ma anche ammettere che ci sono culture incompatibili. Insomma ciò che la Lega Nord porta avanti da tempo. Delle questioni che quando vengono proposte da noi sono spesso sbeffeggiate ma poi diventano argomenti condivisi da tutti. Noi non solleviamo problemi che la cultura ufficiale non ammetterebbe mai».

E cosa ne pensa della battaglia contro i frontalieri? Il partito di Bignasca ha centrato su di loro tutta la campagna elettorale.
«Al di là dei toni sciocchi usati da alcuni partiti come l’Udc, che non approvo, penso che la lega abbia fatto leva in generale sul tema della gestione dell’immigrazione. Che diventa un problema quando è legato alla sicurezza e ad un ingresso senza controllo e un argomento politico quando si parla di lavoro. La Lega dei Ticinesi ha ben chiara l’importanza dei lavoratori italiani per l’economia locale, vuole solo un contenimento. Dei frontalieri dovremmo preoccuparci maggiormente noi».

In che senso?
«Perchè i lavoratori che l’Italia esporta non sono manodopera qualunque. Sono persone che hanno studiato da noi, si sono formate e specializzate e poi sono andate all’estero. La questione vera riguarda noi che esportiamo manodopera qualificata come inferimieri, docenti, tecnici. Dobbiamo pensare al futuro e a come mantenerli sul territorio. Così come le imprese. Dobbiamo capire con quali strumenti, penso sempre all’idea di una zona franca, possiamo fare in modo che non fuggano oltre confine attirati da politiche più convenienti. I frontalieri poi sono immigrati particolari perché partono al mattino e la sera tornano a casa… Tra l’altro dobbiamo ricordare che a fronte delle migliaia di lavoratori che vanno oltre confine ce ne sono 37 mila che dalla Svizzera vengono in Lombardia».

Quali saranno le conseguenze di questo risultato sulla collaborazione tra il Ticino e i territori di confine? I rapporti negli utlimi mesi non sono stati semplici.
«Diciamo che ora che superata la questione del segretario generale la Regio Insubrica è ripartita. Sono quattro mesi che sta lavorando bene, abbiamo contatti ogni quindici giorni per portare avanti gli obiettivi che ci eravamo dati. La presenza di Borradori, esponente della Lega, aiuterà proprio a rafforzare i rapporti da una parte all’altra del confine».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Aprile 2011
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