Aumento dei ticket: chi ha pagato prima dovrà integrare
Una circolare di inizio agosto impone l'adeguamento anche a chi aveva prenotato e pagato prima che i ticket aumentassero. Gli ospedali si stanno organizzando per avvertire i pazienti
Sono entrati in vigore il primo agosto scorso ma ancora la loro applicazione riserva sorprese. Stiamo parlando degli aumenti dei ticket sanitari, decisi a livello nazionale e modulati dalla Regione Lombardia in base ad una suddivisione che comporta aumenti tra i 5 e i 30 euro.
Il problema riguarda le prenotazioni avvenute prima dell’aumento per prestazioni che, invece, avverranno dopo il primo agosto. Nella maggior parte dei casi, al momento della prenotazione, l’utente è invitato a pagare tramite bollettino postale o direttamente il ticket. Ciò avviene anche se l’attesa durerà qualche mese. Così, dal primo agosto si stanno presentando agli ambulatori medici o al reparto di radiologia pazienti che hanno pagato meno di quanto dovuto. A loro, dunque, va richiesta l’integrazione. Ma come? È il problema che stanno affrontando le aziende ospedaliere: trovare una formula adeguata per avvertire il cittadino che deve fare un nuovo pagamento ( di 5 o di 30 euro) senza metterlo in difficolà ( evitando così reazioni poco piacevoli…).
C’è chi ha già dato mandato ai suoi impiegati per richiamare a uno a uno i pazienti in lista ed evitargli la brutta sorpresa al momento della visita. Altri si stanno ancora organizzando. Il problema è legato alla progressione delle circolari emesse dalla Regione: inizialmente sembrava che i pagamenti pregressi fossero salvi, senzazione smentita inequivocabilmente dalla Regione che ha disposto i rincari per tutti, senza eccezioni.
Mano al portafogli, dunque, le lunghe liste d’attesa non agevolano.
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