I campioni del Varese premiano i detenuti sportivi
Terlizzi, Figliomeni e Camisa hanno consegnato le medaglie dei tornei estivi orgnanizzati dalla Uisp in collaborazione con il carcere
«L’anno prossimo vogliamo vedervi in serie A. Ma dovete tenere duro, lavorare soprattutto sull’attacco. Le altre squadre sono forti». I detenuti del carcere Miogni tifano biancorosso. E non si sono lasciati scappare l’occasione per fare le raccomandazioni ai ragazzi del Varese Calcio. Chiristian Terlizzi, Giuseppe Figliomeni e il capitano Alessandro Camisa hanno consegnato questo pomeriggio i premi dei tornei estivi di calcio e ping pong organizzati durante l’estate dalla Uisp provinciale in collaborazione con la direzione della casa circondariale. Con loro anche il team manager Silvio Papini, l’addetto stampa Michele Marocco e Claudia Di Donato della segreteria del club.
«Le iniziative sociali come quella organizzata dalla Uisp sono molto importanti – ha spiegato il direttore del carcere Gianfranco Mongelli -. Nel periodo estivo le attività si fermano e grazie ai volontari che hanno organizzato questi tornei si è potuta mantenere elevata l’offerta ricreativa e anche formativa per i detenuti. Con la Uisp collaboriamo da circa quindici anni, nei limiti della struttura». Lo spazio dedicato alle attività sportive all’interno dei Miogni resta infatti ristretto: «Il nostro carcere è del 1885 – spiega l’educatore Domenico Grieco – all’interno c’è un’area per camminare e una piccola palestra dove possono entrare, a turno tre detenuti alla volta. Il calcio, ma lo sport in generale, rappresenta una valvola di sfogo ma anche un modo per stare insieme e abbassare la tensione». I ragazzi che hanno partecipato ai tornei hanno ricevuto coppe, medaglie e magliette: «Potrò guardare il mio trofeo ogni mattina e sentirmi un po’ meglio» ha detto uno dei ragazzi che ha collezionato una coppa e due "ori". «Il calcio ha una grande potenzialità – hanno concluso Harry Bursich, presidente Uisp Comitato Provinciale Varese e Alessandra Pessina, responsabile del Progetto Carcere -. È in grado di fare gruppo e serve a capire l’importanza del gioco di squadra. Ma ha anche un altro significato: serve a rapportarsi con le regole e ad analizzare i propri errori per non commetterli in futuro».
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