Bossi sancisce la “pace di Milano”, ma la piazza resta divisa
Corteo con migliaia di partecipanti da piazza Castello a piazza del Duomo. Slogan contro il Governo Monti. Resta alta la tensione tra maroniani e cerchiomagisti, a dispetto delle dichiarazioni di unità del leader
È partita da Piazza Castello la manifestazione della Lega Nord, contro il governo Monti (verso il quale sono scanditi cori e urla poco amichevoli). Tanta la gente in piazza (70 mila secondo gli organizzatori). Una prova che dalle parole dello stesso Umberto Bossi è servita a sancire la "Pace di Milano" tra le opposte fazioni, "cerchiomagisti" e maroniani, culminata in settimana con la serata del "Maroniday" e nel successivo cambio di guida alla Camera con Dozzo al posto di Reguzzoni. Sia le dichiarazioni dei diretti interessati che il comizio di Bossi hanno cercato di ribadire che l’unità all’interno del movimento non si è mai persa: dietro lo striscione d’apertura del corteo c’erano Maroni e Reguzzoni e Bossi ha voluto tutti, "cerchiomagisti" e "maroniani", intorno a sè per la chiusura. Un’unità che però sembra essere solo di facciata: dalla piazza si sono infatti alzati fischi e cori quando il senatur ha nomiato Reguzzoni e Rosi Mauro, mentre per Maroni si sono levati cori di approvazione.
Nel corso della manifestazione sono stati tanti gli slogan contro il governo Monti, in qualche coro accomunato anche al sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "Monti e Pisapia, dovete andare via". Sul palco, riproduzione gigante del manifesto di stagione del Carroccio: "Governo ladro! Giù le mani da casa e pensioni". E ancora gli slogan duri e puri dei tempi dell’indipendentismo (compresi quelli contro il tricolore) e Borghezio armato di ascia di plastica. In qualche cartello – come già al Maroniday di Varese – sono accostati il caso dell’onorevole Cosentino "salvato" dal voto in Parlamento e il caso interno dei fondi investiti in Tanzania, motivo di polemica contro il cosiddetto "cerchio magico".
Nelle prime ore del mattino un gruppo di militanti si è presentato subito in piazza con magliette "Bobo-Bossi Boys" e hanno srotolato uno striscione che recitava "Il cerchio è stato inquadrato, il gioco è terminato!". Lo slogan è stato ripreso anche da altri singoli militanti: poco davanti a Palazzo Marino un uomo che aveva il cartello con lo slogan "il cerchio è inquadrato" è stato allontanato da altri militanti, che hanno segnalato (per usare un’espressione gentile) che era meglio non apparire davanti ai giornalisti.
«La Lega esagera sempre, siete tantissimi» ha esordito il leader del Carroccio Umberto Bossi, che ha chiuso il comizio dopo gli interventi di Mariani, Cota e Zaia. Poi subito un riferimento al dibattito interno: «Mai avrei fatto qualcosa contro Maroni, che è con me nella lega dall’inizio» ha detto, ricordando poi ancora una volta quando andavano ad attacchinare insieme e a fare scritte lungo l’A8. «Abbracciamoci ed usciamo uniti da questa giornata, con Maroni e Reguzzoni», ha detto poi, nonostante qualche fischio dalla piazza quando nomina l’ex capogruppo della Camera.
Il senatur ha continuato poi dicendo che «Monti deve stare attento ad infischiarsene della gente, la gente vi viene a prendere a casa. Le privatizzazioni sono sbagliate, non si può sperare che tocchi le banche, colpisce solo la povera gente». Poi anche un riferimento in positivo alla Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che pochi anni fa era solo tema No-Global e ora è valutata da molti.
Dal governo Monti l’intervento si sposta per forza sull’alleanza (chiusa?) con Berlusconi: «Non è possibile che Berlusconi pretenda di parlare con noi e contemporaneamente tiene in piedi questo governo», ha detto Bossi, mentre dalla folla si alzavano fischi quando nominava il cavaliere. Conclusione, un avvertimento chiarissimo a Berlusconi: «La Lega ti chiede di far cadere questo governo infame!». E manda un messaggio anche a Formigoni: «Potremmo anche far cadere il governo della Lombardia».
La manifestazione si è poi chiusa col tradizionale "Va’ pensiero" a tutto volume seguito da un nuovo inno padano, mentre in piazza si alternavano cori e urla pro Maroni e contro Reguzzoni e i cerchiomagisti, segno che a dispetto delle dichiarazioni del leader, la base non ha dimenticato i malumori delle ultime settimane.
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