Lezioni di monosci per dieci ragazzi affetti da spina bifida
L'Associazione Freerider Sport Events ha organizzato una full immersion di sci sull'appennino modenese. Una novità per l'associazione impegnata da tempo con para e tetraplegici
Il 9, 10 e 11 gennaio nella località dell’Appennino modenese dieci ragazzi affetti da spina bifida impareranno a sciare con il monosci.
Tre giorni sulla neve per imparare l’uso del monosci riservata a dieci giovani affetti da spina bifida. Sede dell’evento “Snow Camp for Spina Bifida” è Sestola, sull’Appennino modenese, dal 9 all’11 gennaio. Il coordinamento tecnico è a cura dell’Associazione Freerider Sport Events. Motore dell’iniziativa il binomio formato dall’Associazione Spina Bifida Italia e dall’Associazione Veneta Idrocefalo Spina Bifida.
«Dispiace aver dovuto limitare a dieci, tre femmine e sette maschi, il numero dei partecipanti – precisa il responsabile tecnico Freerider Nicola Busata – una decisione dettata dai costi e dagli operatori necessari a far funzionare al meglio logistica e assistenza tecnica. Anche per noi Freerider quella dedicata alla spina bifida è una novità. Un nuovo cammino che si aggiunge a quello che affrontiamo da tempo con paraplegici e tetraplegici».
Ma la risonanza e l’interesse creatosi dopo il primo raduno dedicato ai soggetti con spina bifida avvenuto in dicembre a Madesimo, fa pensare che a Sestola i partecipanti e gli osservatori interessati saranno senz’altro più di dieci. “Dopo il successo del “Tecnical Meeting” di Madesimo – racconta la presidente dell’ASBI, Cristina Dieci – la collaborazione con la Freerider e l’Azienda Teleflex ci da ora l’opportunità di portare a Sestola dieci nostri ragazzi che vogliono imparare a sciare da seduti. Inutile sottolineare l’importanza di questo secondo appuntamento ribadendo che “l’impossibile non esiste”. Ognuno di noi, se messo nella condizione di rendere al meglio, può trasformare l’immaginazione in realtà”.
“ASBI e AVISB saranno sempre impegnate nel permettere a ragazzi e ragazze con spina bifida di esprimere le loro grandi potenzialità – interviene il Presidente dell’AVISB Guerrino Sacchella – Se uno o qualcuno di loro diventasse un campione paralimpico ben venga. A noi basta vederli sorridere mentre sciano in autonomia portatori sani di coraggio e simpatia”.
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