Boni si difende e non si dimette: “Ribadisco la mia estraneità a fatti”
Il presidente del consiglio regionale lombardo indagato per corruzione parla all'aula del Pirellone: "Ho piena fiducia nel lavoro della Magistratura”. Bocciata la mozione delle opposizioni
In un breve intervento di poco più di due minuti, oggi nell’Aula del Consiglio regionale, il presidente Davide Boni, ha sottolineato che non intende fare nessun passo indietro e per la prima volta ha parlato davanti al Consiglio della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto.
Boni ha spiegato che la scorsa settimana, durante il dibattito scaturito in seguito alla richiesta delle minoranze di discutere una mozione con la quale gli si chiedeva di valutare la possibilità di rassegnare le dimissioni, aveva deciso di sedersi fra i banchi del Gruppo consiliare della Lega Nord «perché rispettoso delle Istituzioni. Non potevo – ha sottolineato – seguire dalla Presidenza un dibattito che apriva a una riflessione sull’atteggiamento della mia persona. Ecco perché ho sentito il dovere di scrivervi, di mettere per lettera alcune mie considerazioni. I toni e gli accenti che si sono succeduti però mi inducono oggi a prendere la parola in quest’Aula e ribadire la mia estraneità ai fatti contestatemi». Boni ha parlato di «tempi mediatici che poco si coniugano con quelli della giustizia: tante cose le ho apprese dai giornali. Non mi sottraggo al confronto, tutt’altro. Trovo però irrispettoso che quest’ Aula sia per qualcuno il luogo giusto per rispondere alle insinuazioni. Qui si dibatte di etica e di politica, aspetti sui quali non ho nessuna remora a favorire un dibattito serio tre le forze politiche». Boni ha chiuso il suo intervento riaffermando la sua volontà a «non fare passi indietro: ribadisco la mia fiducia nei confronti dell’azione della magistratura e nel contempo continuerò a fare il Presidente di questo Consiglio regionale».
Subito dopo il suo intervento, Boni ha lasciato la presidenza al vice Saffiotti (Pdl). All’ordine del giorno c’era infatti una mozione urgente presentata dalle opposizioni: dopo l’inammissibilità del testo presentato settimana scorsa, Pd Idv Sel e Udc hanno presentato un testo molto più soft. Nella mozione si "invita, in questo particolare momento – contrassegnato da numerose indagini della magistratura, su ipotesi di reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, concussione, finanziamento illecito dei partiti, a carico di esponenti dell’Amministrazione regionale – i consiglieri sottoposti ad indagine a distinguere la loro condizione soggettiva dall’esercizio di funzioni di rappresentanza dell’Istituzione regionale".
La mozione è stata bocciata con voto segreto: 42 no e 29 sì.
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