Americani e cinesi vogliono i miei raggi-X

A 77 anni e dopo quasi vent'anni di ricerche Aldo Bosello, imprenditore della Bosello high technology srl, ha inventato una nuova macchina che rivoluziona il campo della radioscopia industriale e dei controlli non distruttivi. Il brevetto è stato accettato in Cina e negli Usa e depositato in otto paesi europei

«Eureka» ha detto proprio così Aldo Bosello, quando ha trovato la soluzione che cercava da quasi vent’anni. I veri imprenditori sono dei sognatori, perché vedono quello che gli altri nemmeno lontanamente immaginano. Hanno una fiducia incrollabile nel futuro anche quando tutti intorno a loro, famigliari compresi, scuotono la testa.

Figlio di contadini del nord-est, a 77 anni il fondatore della Bosello High technology srl di Cassano Magnago ha realizzato un’innovazione (di processo e di prodotto) che rivoluziona il campo della radioscopia industriale e dei controlli non distruttivi. La sua azienda, infatti, produce macchinari per il controllo tramite raggi-x, utilizzati nel settore automobilistico, aeronautico, nucleare e alimentare, da aziende come Alenia e Ferrari.

«Mi sono ritagliato un angolo nella mia fabbrica – racconta Bosello – insieme a due tecnici e lì ho lavorato alla mia creatura per diciassette anni. Era come stare in un convento, però dopo 50 anni passati in azienda avevo due certezze: se non ci fossimo dedicati alla ricerca sui raggi-x, non saremmo mai cresciuti e per innovare non bisognava guardare a quello che facevano gli altri».

La sfida lanciata era ridurre le dimensioni di un’apparecchiatura e racchiudere in un’unica struttura cilindrica d’acciaio l’intero processo di produzione dei raggi-x, cosa ritenuta impossibile dagli stessi ingegneri della sua azienda che ritenevano quella di Bosello «una pura utopia», soprattutto perché quella forma, a detta degli esperti, non era adatta per macchine che devono generare tensioni elettriche pari a 320 mila volt. «I vecchi macchinari – continua Bosello – hanno caratteristiche tali che li rendono poco maneggevoli:sono costituiti da due blocchi, fattore che aumenta il rischio di guasti. Il mio invece è un monoblocco a cui ho eliminato anche i cavi-tubo, altro elemento di disturbo che non facilita gli spostamenti. Ridurre e miniaturizzare significa far lavorare meglio gli altri, abbassare i costi di produzione e limitare i guasti».

Quando nel 2006 gli americani si sono visti recapitare la richiesta di brevetto internazionale da parte dell’azienda di Cassano Magnago, hanno subito chiesto una serie di informazioni aggiuntive, perché non potevano credere che una tale innovazione potesse essere stata creata da una piccola azienda della provincia italiana, svincolata da qualsiasi programma di ricerca istituzionale. All’Ufficio brevetti Usa, infatti, premeva sapere dove e come era stata concepita l’invenzione, chi l’aveva pagata e soprattutto se era stata fatta sotto contratto o concessione della commissione per l’energia atomica, dipartimento aerospaziale o altra agenzia governativa. «La verità è che il titano è stato superato dal nano» dice Bosello, sorridendo dietro i suoi occhi cerulei.

Oggi l’azienda ha una succursale a Chicago e il brevetto è stato accettato anche dai cinesi e depositato in altri otto paesi europei, tra cui Germania, Francia e Inghilterra.
La Bosello high technology srl, che presto aprirà un’altra fabbrica a Cassano Magnago, ha circa 50 dipendenti, tutti periti e ingegneri. Durante il momento peggiore della crisi, pur avendo dimezzato la produzione, nessuno è stato lasciato a casa . «Siamo riusciti a creare una competizione morale tra loro, perché chi costruisce le nostre macchine poi va in giro per il mondo a montarle» spiega l’imprenditore.

Il prototipo della nuova “creatura”, il cui costo varierà da 50 a 80 mila euro, verrà presentato il prossimo anno in una fiera specializzata, forse a Mosca. Il nome è già stato scelto: si chiamerà «Eureka».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Maggio 2012
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