Davide Pellegrini, cuore a metà tra Verona e Varese
Il doppio ex confessa: «Speravo nella promozione di entrambe». E avvisa i biancorossi: «Al "Bentegodi c'è tanta voglia di Serie A: chiudersi troppo in difesa è pericoloso»
I primi calci nel Bosto, l’esordio nel calcio vero nel Varese, la consacrazione con addosso il gialloblu di Verona sia da giocatore (143 presenze, 24 reti) sia da allenatore con quella salvezza all’ultimo respiro contro la Pro Patria. Davide Pellegrini (foto dal web) ha sperato a lungo, negli ultimi mesi, in una doppia promozione in Serie A: diretta per l’Hellas messa meglio in classifica, e tramite i playoff per i biancorossi.
Un’eventualità che non si è realizzata, e quindi un supplemento di sofferenza in questi giorni in cui le squadre di Maran e Mandorlini si fronteggiano per andare in finale.
Pellegrini, anzitutto le chiediamo un commento sulla semifinale di andata, e il suo parere sulla partita che vedremo sabato.
«Il Varese ha disputato una grande partita e ha meritato di vincere, su questo non c’è dubbio. Il 2-0 è un risultato pesante anche vista la forma fisica mostrata dai ragazzi di Maran, che però sbagliano se pensano che la serie sia già decisa. Il Verona in casa ha fatto molto bene per l’intera stagione, lo stadio sarà caldissimo e in città c’è tanta voglia di Serie A: il Varese non deve andare al "Bentegodi" pensando di difendere il vantaggio, altrimenti rischia grosso».
Lei ha già deciso per chi fare il tifo?
«Ho sperato a lungo che le due squadre potessero centrare la promozione, anche per due vie diverse: diretta per il Verona che è sempre rimasta incollata a Torino e Pescara, con i playoff per il Varese che dopo un avvio difficile è stato capace di raggiungere la quinta posizione. Io ai colori biancorossi devo moltissimo perché lì sono cresciuto e sono stato forgiato nel calcio. Però vivo a Verona da vent’anni e nell’Hellas ho passato tra il campo e le panchine delle varie squadre quasi quindici stagioni, quindi sono più legato ai colori gialloblu e scelgo quelli. Ma vi assicuro che la scelta mi fa soffrire».
I suoi fratelli invece per chi parteggiano?
«Bisogna chiederlo a loro. Stefano è l’unico che non ha giocato a Verona quindi penso Varese anche se ormai si è allontanato dal mondo del calcio. Luca invece per motivi di lavoro deve cercare di rimanere imparziale (è il commentatore tecnico di Mediaset Premium, ndr) e non saprei proprio per chi farà il tifo. Non dimentichiamoci che lui ha giocato anche nella Sampdoria, quindi ha tre sue ex squadre ai playoff: diciamo che l’unico "dramma" sarebbe la promozione del Sassuolo…».
C’è qualche giocatore del Verona in cui rivede il Davide Pellegrini di allora?
«Io credo che questo calcio e che i giocatori di oggi siano molto diversi dalla mia stagione agonistica, quindi personalmente non riesco a paragonarmi a qualcuno in particolare. Tempo fa, qui a Verona, sono stato accostato a Gomez e qualcosa di vero c’è, perché è un uomo dotato di estro che se è in giornata può fare la differenza, una cosa che anche a me capitava».
E nel Varese?
«No, non mi sembra di assomigliare a nessuno in particolare. Però sui biancorossi ho un giudizio molto positivo: Maran ha un organico forte, un buon reparto d’attacco ma anche una difesa interessante. Io credo che sia stata una mossa fondamentale quella di recuperare Terlizzi dopo quel momento di indisciplina. Ha classe ed esperienza da categoria superiore, è una delle chiavi della squadra».
Allora ci vediamo al "Bentegodi".
«Credo di no. Molto probabilmente non verrò allo stadio e guarderò la partita alla televisione».
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