Fioretto miniera d’oro: vince anche la squadra maschile
Ancora un titolo olimpico dalla scherma: Baldini, Cassarà, Avola e Aspromonte piegano Gran Bretagna, Usa e in finale il coriaceo Giappone (45-39). Italia a quota sei ori totali
Un dominio ai limiti dell’assoluto. Il fioretto italiano conquista il terzo titolo sui quattro in palio alle Olimpiadi e porta a sei il conto delle medaglie d’oro italiane a Londra 2012. Il merito è dei quattro schermidori agli ordini del ct Cerioni, uno che ha saputo vincere (fu olimpionico a Los Angeles e Seul) e che ha trasmesso questa capacità ad Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Giorgio Avola e Valerio Aspromonte. Un quartetto d’assi che ha schiantato in finale un sorprendente e coriaceo Giappone, arrivato in finale con merito ma anche con qualche polemica sulla stoccata decisiva contro la Germania, poi bronzo.
L’Italia ha iniziato con un po’ di fatica: nei quarti di finale infatti la Gran Bretagna ha messo in difficoltà Baldini e compagni prima di arrendersi 45-40. Poi è toccato ai più forti Stati Uniti (giustizieri della deludente Francia) cedere di schianto alle stoccate della squadra azzurra in cui Avola (riserva in partenza ma numero 3 al mondo…) ha preso il posto di un Aspromonte in giornata no.
La finale con i giapponesi, al di là del pronostico favorevole agli azzurri, si è rivelata difficilissima. Baldini è partito ad handicap e solo al terzo assalto Cassarà ha dato il vantaggio all’Italia. Da lì in poi è stato un alternarsi di emozioni, con la squadra di Cerioni a guadagnare qualche punto e i nipponici (Ota, Chida e Miyake poi sostituito con Awaji) a riportarsi sempre sotto. Un elastico che si è rotto all’ottava manche quando un cartellino rosso al Sol Levante ha girato una stoccata di Awaji a favore di Cassarà, già in vantaggio. Il bresciano ha così consegnato il testimone a Baldini per l’ultima serie di assalti sul 40-37 e a quel punto il livornese (quarto nell’individuale) ha completato l’opera confermandosi il più in forma dei fiorettisti italiani (45-39) e lasciando al Giappone le briciole… d’argento.
L’oro di Londra chiude anche quello strano e mai chiarito cerchio aperto alla vigilia di Pechino, quando Baldini venne estromesso dalla squadra per un misterioso caso di doping che gli costò sei mesi di squalifica conclusa però con le scuse per l’accaduto. Allora si parlò di congiura da parte dell’entourage di Cassarà che altrimenti non sarebbe stato convocato; oggi i nostri due massimi fiortettisti sono accanto sul podio con al collo una medaglia d’oro che forse li riappacifica definitivamente.
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