Assegni clonati, preso il capo della banda

In giugno un'operazione di Procura e Carabinieri aveva sgominato una banda dedita allo svuotamento di conti correnti tramite l'utilizzo di assegni falsi e impiegati compiacenti. Mario Cuomo è stato preso a casa dell'amante

Truffavano facoltosi correntisti svuotandogli i conti correnti con assegni falsi intestati a loro nome. In 12 erano finiti in manette, nei mesi scorsi, grazie alla collaborazione di un’impiegata di una banca di Busto Arsizio che aveva resistito alle offerte di collaborazione da parte della gang criminale. Il tredicesimo uomo finito in carcere si chiama Mario Cuomo ed è definito dalla Procura della Repubblica e dai Carabinieri, il capo dell’organizzazione in quanto era proprio lui a clonare gli assegni dei clienti delle banche attraverso i quali svuotavano i conti. Cuomo è un 57enne napoletano con precedenti specifici ed era “l’asso di picche” dell’associazione, l’uomo che, grazie al suo elevatissimo spessore criminale, aveva costituito il sodalizio.

La banda, composta in tutto da 13 persone, agiva a tutti i livelli. Alcuni si occupavano di “agganciare” impiegati di banca compiacenti (sia nel Basso Varesotto che nella zona di Avellino), grazie a questi ottenevano informazioni sui clienti più facoltosi della filiale, poi si facevano dare gli specimen con la firma e, infine, clonavano blocchetti di assegni non ancora utilizzati dalle vittime che intestavano ad altri mebri del gruppo criminale. L’ultimo passaggio consisteva nell’incassare, sempre tramite gli impiegati corrotti, i soldi e trasferirli su conti in Svizzera. La truffa ha funzionato in diverse situazioni permettendo al gruppo di incassare e far volatilizzare cinquecento mila euro mentre altrettanti sono stati fermati dalla Procura prima che sparissero.

Particolarmente rocambolesche sono state le circostanze che hanno portato al suo arresto: ricercato da alcuni giorni, infatti, Cuomo è stato individuato, dopo un lungo appostamento, a Cermenate (CO), nei pressi dell’abitazione della sua amata – una cittadina straniera con la quale intrattiene una relazione extraconiugale – che, dopo un lungo viaggio in macchina proveniente da Napoli, aveva deciso di raggiungere a sorpresa e con tanto di mazzo di rose per festeggiarne il compleanno. Immediato è stato così l’intervento dei militari, che lo hanno bloccato prima del suo ingresso nell’abitazione.

Prima di lui, a giugno, erano finiti dietro le sbarre il catanese Sebastiano Patti (già coinvolto in un giro di usura con a capo Pippo Drago) e altri dieci componenti della banda. A luglio, invece, era finito in manette un ingegnere varesino di 53 anni il quale, in evidenti difficoltà economiche, aveva acconsentito a mettere a disposizione del sodalizio i suoi uffici nonché alcuni beni mobili, tra i quali una auto di grossa cilindrata, partecipando anche ad alcuni tentativi di truffa.

 

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Pubblicato il 25 Settembre 2012
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