Marlene Kuntz: ritratto di una band tra il neo-romanticismo elettrico e l’emozione acustica

Un libro quello di Elisa Orlandotti che racconta la storia della band di Cuneo

E’ difficile stabilire l’autenticità e la coerenza di una provocazione culturale. C’è provocazione e provocazione. La provocazione può essere irruenta e superficiale, saltare subito all’occhio salvo poi rivelarsi vuota di contenuto; oppure si può rivelare sottile, velata, elegante, priva di cattivo gusto rimanendo originale e fresca, dotata di una forza comunicativa indescrivibile. I Marlene Kuntz hanno scelto il secondo tipo di provocazione. La loro evoluzione all’interno del panorama musicale è

descritta con dovizia di particolari dal libro di Elisa Orlandotti dal titolo Marlene Kuntz. Un rampicante del cuore in dirittura finale (Arcana Edizioni). Il libro ripercorre la storia della band cuneese dagli esordi alla fine degli anni ottanta fino ad oggi. Agli esordi la voce era affidata ad Alex Astegiano, ex batterista di una band di Bra di nome Jack on Fire, in cui suonava anche Cristiano Godano, futuro front- man dei Marlene. La loro zona, il cuneese, tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta si trovava a vivere una sorta di rinascimento musicale, che procurava terreno fertile per le nuove band emergenti appassionate dei Sonic Youth, del post- punk e dell’ avanguardia industrial.

Il nome è scelto con molta disinvoltura: Marlene è un omaggio all’attrice tedesca Marlene Dietrich mentre Kuntz è un’espressione dello slang americano che sta ad indicare l’apparato riproduttore femminile. Alex si comporta in maniera opposta a come si muoveranno i Marlene sul palco: usa il megafono, urla e sbraita percuotendo una pentola in omaggio al Rumorismo tedesco. Nel 1990 Alex abbandona la band e passa il microfono a Godano che lancerà il gruppo in vetta al pantheon dell’indie rock italiano grazie ai testi raffinati, laceranti, declamatori a tratti barocchi, enigmatici, ma taglienti e rigorosamente seguiti con la giusta dose di emotività. Nel 1993 si sviluppa il sodalizio con Gianni Maroccolo, allora bassista dei CSI, che contribuisce, insieme a Giovanni Lindo Ferretti e a Massimo Zamboni, alla produzione del loro primo album, Catartica, per il Consorzio Produttori Indipendenti. E’ un album visionario, lirico, concreto e metafisico al tempo stesso, totalmente emotivo. Le liriche di Godano si fanno sferzanti e trascinano l’ascoltatore fino in fondo lasciandolo sorpreso ed eccitato, immerso nel ritmo martellante di basso e batteria e scosso dalla acidità, a suo modo suadente, delle chitarre. Ma gli album che li consacrano definitivamente al ruolo di ‘novità del circuito indipendente’ sono Il Vile (1996) e Ho ucciso paranoia (1999). Cristiano Godano consolida il suo stile arricchendolo con citazioni neanche troppo

nascoste di Vladimir Nabokov, lo scrittore di Lolita, il suo idolo letterario. La fine del millennio vede anche la fine del Consorzio suonatori indipendenti, evento che disorienta un po’ tutto l’intero mondo del rock italiano, compresi gli stessi Marlene, che si riprendono prontamente sfornando diversi album degni di nota tra cui Che cosa vedi, Senza Peso, Bianco sporco, Uno e non da ultimo Ricoveri virtuali e sexy
solitudini. Attivi su più fronti, i Marlene non si risparmiano importanti collaborazioni anche con artisti di calibro internazionale come la cantante Skin. Realizzano la cover di Siberia, celebre canzone dello storico gruppo i Diaframma, in più Cristiano Godano ha scritto una raccolta di poesie intitolata I Vivi edita da Rizzoli. Danno vita, sempre insieme a Gianni Maroccolo e con la collaborazione di Howie B.,
a Beautiful, un progetto musicale che vede Godano cantare in inglese accompagnato dai fedelissimi Luca Bergia e Riccardo Tesio, rispettivamente batterista e chitarrista dei Marlene. Nel 2012 si esibiranno insieme a Patti Smith, la sacerdotessa del rock, al festival di Sanremo. I Marlene Kuntz si possono definire come una band che ripropone lo spirito dei poeti romantici; nel loro caso la musica
diventa l’anello di congiunzione tra la volontà di potenza dell’uomo e la grandezza del creato; il suono dei loro strumenti e delle loro parole incanala energie di ogni tipo provenienti direttamente dal cuore, energie che di volta in volta descrivono piccole tracce di vita quotidiana e di pensiero.

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Pubblicato il 28 Settembre 2012
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