Marlene Kuntz: ritratto di una band tra il neo-romanticismo elettrico e l’emozione acustica
Un libro quello di Elisa Orlandotti che racconta la storia della band di Cuneo
E’ difficile stabilire l’autenticità e la coerenza di una provocazione culturale. C’è provocazione e provocazione. La provocazione può essere irruenta e superficiale, saltare subito all’occhio salvo poi rivelarsi vuota di contenuto; oppure si può rivelare sottile, velata, elegante, priva di cattivo gusto rimanendo originale e fresca, dotata di una forza comunicativa indescrivibile. I Marlene Kuntz hanno scelto il secondo tipo di provocazione. La loro evoluzione all’interno del panorama musicale è
Il nome è scelto con molta disinvoltura: Marlene è un omaggio all’attrice tedesca Marlene Dietrich mentre Kuntz è un’espressione dello slang americano che sta ad indicare l’apparato riproduttore femminile. Alex si comporta in maniera opposta a come si muoveranno i Marlene sul palco: usa il megafono, urla e sbraita percuotendo una pentola in omaggio al Rumorismo tedesco. Nel 1990 Alex abbandona la band e passa il microfono a Godano che lancerà il gruppo in vetta al pantheon dell’indie rock italiano grazie ai testi raffinati, laceranti, declamatori a tratti barocchi, enigmatici, ma taglienti e rigorosamente seguiti con la giusta dose di emotività. Nel 1993 si sviluppa il sodalizio con Gianni Maroccolo, allora bassista dei CSI, che contribuisce, insieme a Giovanni Lindo Ferretti e a Massimo Zamboni, alla produzione del loro primo album, Catartica, per il Consorzio Produttori Indipendenti. E’ un album visionario, lirico, concreto e metafisico al tempo stesso, totalmente emotivo. Le liriche di Godano si fanno sferzanti e trascinano l’ascoltatore fino in fondo lasciandolo sorpreso ed eccitato, immerso nel ritmo martellante di basso e batteria e scosso dalla acidità, a suo modo suadente, delle chitarre. Ma gli album che li consacrano definitivamente al ruolo di ‘novità del circuito indipendente’ sono Il Vile (1996) e Ho ucciso paranoia (1999). Cristiano Godano consolida il suo stile arricchendolo con citazioni neanche troppo
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