L’attenzione sul posto di lavoro

Dall'incontro col Questore di Varese alla situazione nel cantiere di Pedemontana

Con molto garbo e con evidente simpatia per una comunità che conosce da pochi mesi, ma che gli  ha subito dimostrato di essere degna di stima,  Danilo Gagliardi, nuovo questore a Varese,   durante un incontro rotariano ha  toccato alcuni  problemi relativi alla nostra sicurezza. Per esempio gli interventi  di prevenzione e repressione in piazza Repubblica e nelle aree delle scuole, obiettivi  dei  mercanti di morte quali sono gli spacciatori, o il controllo rigido dell’affluenza degli appassionati di sport alle manifestazioni più importanti. Controlli che sono  previsti da rigorose leggi nazionali e anche se veramente  opprimenti hanno però  il pregio di avere ridotto in tutto il  Paese le follie  dei tifosi –teppisti.

Il questore parla alle 13  quando non era ancora in onda un nostro articolo, fatto di comprensibili brontolii, su  gimkane, slalom, camminate  lungo  percorsi obbligati, posti di controllo e  ingressi   selezionati allo stadio o al palasport.
La  “schiumata” dei partecipanti all’evento in qualità di spettatori fa ricordare i riflessi  negativi sugli incassi delle società, ma la tranquillità ha un prezzo  che poteva essere oggi già ridimensionato se i governi prima di mettere mano al problema  non avessero a lungo tollerato situazioni  gravissime che hanno portato a delitti e disordini  inaccettabili.

Quanto alla sicurezza dei cittadini, Varese vede in testa alla classifica dei reati che la riguardano la tradizionale sequela dei furti nelle abitazioni, peraltro in diminuzione. Poche ore dopo l’incontro con Danilo Gagliardi, era già calata l’oscurità ed  ecco la formidabile esplosione nel cantiere di Lozza della Pedemontana.
Un vecchio cronista pensa sempre al peggio, poi si è tutto chiarito e possiamo essere tranquilli, la città si è presentata bene  al dottor Gagliardi, ha confermato le buone impressioni,  resta  semmai da  definire il pacchetto delle responsabilità per l’accaduto, per  la portata dell’esplosione  innescata per fare “pulizia”.

Un minimo di comprensione per chi dovrà far fronte alle accuse io lo provo perché da ragazzino, con alcuni amicissimi,  partecipai a uno sfortunato, inatteso evento: il cambio inopinato di rotta di una grossa latta per pomodori  trasformata in missile dall’accensione di una massiccia dose di carburo che sprigionava gas sciogliendosi  nell’acqua. Abbattemmo una vetrata storica di una chiesa, restammo lì impalati e sbalorditi mentre il parroco ci catturava ululando. La “benedizione”, durissima,  arrivò poi a casa. Erano tempi in  cui diritti, giustificazioni, coperture, difese  assurde  da parte dei  genitori non  esistevano. Il nonno profetizzò che sarei stato la rovina della famiglia. A lungo ne fui angosciato.

Sul posto di lavoro, soprattutto se è un posto delicato, il senso di responsabilità non è un optional. Non esageriamo come negli aeroporti dove vengono reintegrati i  dipendenti ladri di bagagli, ma in tempi grami come gli attuali mi piace immaginare che si possa evitare di  aggiungere nuove  famiglie a quelle che già  vivono il dramma della disoccupazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2012
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