Unione di Biandronno, Bodio Lomnago e Inarzo?

Alessandro Fumagalli, consigliere di minoranza di Bodio Lomnago, solleva la questione dell'unione tra i tre coomuni, proposta con una bozza di statuto

Riceviamo e pubblichiamo

Lunedì 19 novembre a Biandronno è stata presentata ai tre Consigli Comunali congiunti, la bozza di “Statuto dell’Unione Comuni del Varesotto” da costituirsi fra Biandronno, Bodio Lomnago e Inarzo a partire dal 1°gennaio 2013. La materia è stata illustrata dal redattore Prof. Sabbioni consulente ANCITEL, presenti i tre Sindaci, rispettivamente, Calabretta, Pavan e Montagna. Buona parte dei Consiglieri presenti (di maggioranza e minoranza) ha appreso di tale intenzione quella sera stessa. A poco più di un mese dalla data di applicazione, il progetto non è mai stato discusso nei Consigli comunali per una richiesta di indirizzo. Solo a Bodio Lomnago il progetto è stato presentato in una Commissione comunale, convocata unicamente perché richiesta dalla minoranza. Va da sé che non si è neppure ritenuto opportuno chiedere un parere alle popolazioni dei tre paesi.
In vero, il DL n. 95 del 6 luglio 2012, al fine di ridurre la spesa pubblica, impone a tutti i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti di esercitare in forma associata almeno tre funzioni fondamentali (fra nove stabilite dal comma 28) mediante unione di comuni o (in alternativa) convenzione (in questo caso di durata almeno triennale). Avviata questa prima fase per il prossimo 1° gennaio 2013, entro il 1° gennaio 2014 è richiesta estensione a tutte le altre funzioni. Le tre funzioni iniziali scelte sono: Polizia Locale, Protezione Civile e Servizio Rifiuti.
L’unione di comuni, come prospettata, è di durata decennale e di difficile recessione in caso di futuri ripensamenti (non prima di 5 anni). È previsto che il governo, inizialmente per le sole tre funzioni dette e poi per le restanti, sia competenza di un Consiglio dell’Unione costituito dai tre Sindaci a cui, secondo il dettato di legge, dovrebbero affiancarsi da ogni Comune 1+1 consiglieri (di maggioranza e minoranza); invece, la bozza di statuto presentata, in maniera antidemocratica ed odiosa, comprime le minoranze, aumentando i consiglieri di maggioranza da 3 a 5. In prima battuta, il sindaco del Comune più popoloso e perciò sede istituzionale – Biandronno – presiederà Consiglio e Giunta dell’Unione. Il Bilancio sarà unico e le singole Giunte comunali andranno a decadere di diritto -dice la legge- anche perché non avranno più argomenti su cui deliberare. I consigli comunali serviranno solo a eleggere in Unione alcuni loro componenti e …?
Viene spontaneo chiedersi: perché un’unione invece che una convenzione? E per giunta, perché ci si vorrebbe unire a Biandronno che è separato dagli altri due comuni, forzando così il dettato di legge che parla di “comuni di norma contermini”; ci si illude di poter fare una sensata politica unitaria del territorio?
Con un’unione, è bene ribadirlo, le amministrazioni comunali non hanno più voce sulle funzioni “unite” e in loro luogo le decisioni sono prese dal Consiglio dell’Unione; nelle convenzioni, invece, si mantiene la propria indipendenza politica e si condividono i servizi. A nostra conoscenza, ogni altro Comune in tutto il Varesotto, sta procedendo sulla via delle convenzioni. In particolare, tutti i Comuni più vicini, hanno rifiutato la proposta di un’unione con i nostri tre paesi. Quantomeno perché, come ha detto con felice metafora qualcuno, è meglio fidanzarsi prima di sposarsi! Si deve anche rilevare che, non avendo un’idea chiara delle procedure attuative, le tre amministrazioni sono dovute ricorrere a consulenza spendendo complessivamente 10.700€!
Delle tre funzioni iniziali prescelte, la Polizia Locale, sembra quella più problematica; i due agenti di Bodio Lomnago dovranno unirsi a due di Biandronno (di cui uno non potrà essere operativo sul territorio); Inarzo non ha agenti. Dunque, di fatto tre soli agenti, di stanza a Biandronno, dovranno occuparsi di tre comuni su un
territorio che è anche disgiunto. Dove sta il vantaggio in termini di costi e qualità del servizio? Ed i cittadini di Biandronno sanno che grazie all’unione del servizio rifiuti, anziché a Ternate, dovranno andare in discarica a Bodio Lomnago?
Questa Unione di Comuni, presentata come irrinunciabile a meno di due mesi dalle scadenze, è una decisione che si vuole prendere in tutta fretta passando sopra la testa dei cittadini. Una decisione su un tema di tale rilievo per il nostro futuro, non rientra certo nei limiti che il mandato popolare ha autorizzato; un referendum doveva e poteva esser organizzato per tempo, quantomeno fin dall’estate scorsa.
Non si può che rifiutare questa “unione di comuni”, una decisione presa, come si è anche candidamente ammesso, essenzialmente per fini politici. La “leggerezza di cuore” dei tre amministratori sconcerta, decisi a volersi distinguere, a memoria imperitura, nel panorama di tutte le altre Amministrazioni che evidentemente procedono con più cautela e nei limiti loro consentiti per rispetto dei cittadini, non certo considerati alla stregua di sudditi.

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Pubblicato il 23 Novembre 2012
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