Interrogati Tosi e Castiglioni, tra ammissioni e scaricabarile

Primo interrogatorio per il noto commercialista bustocco e per l'imprenditore, arrestati per frode fiscale e riciclaggio. Il giudice Guerrero dovrà decidere se confermare o no la custodia cautelare in carcere

Sono pochi i particolari che trapelano dall’interrogatorio di Gabriele Tosi e Matteo Castiglioni, commercialista e imprenditore arrestati giovedì mattina dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio per riciclaggio il primo e frode fiscale il secondo. I due si sono presentati davanti al Giudice per le Indagini Preliminari Nicoletta Guerrero con i rispettivi legali Angelo Giarda e Ugo Giannangeli per rispondere alle domande sui fatti a loro contestati dal pubblico ministero Pasquale Addesso.

A quanto sembra il più provato dei due, dopo il primo giorno in carcere sarebbe il giovane imprenditore Matteo Castiglioni che, in parte, avrebbe ammesso gli addebiti pur non avendo compreso a fondo il motivo per cui è stato arrestato. Castiglioni avrebbe confermato che il patrimonio all’estero nella sua disponibilità ammonterebbe a circa 10 milioni di euro e che li avrebbe utilizzati per finanziare le proprie aziende ma avrebbe anche asserito di aver già pagato il suo debito col fisco. La frode fiscale contestata, infatti, starebbe proprio nel aver dedotto i costi passivi dei finanziamenti pagando interessi ad una società finanziaria estera che sarebbe a lui riconducibile.

Il commercialista Tosi, invece, pare che sia apparso più tranquillo davanti alle domande degli inquirenti. Il professionista avrebbe dichiarato di non essere a conoscenza dell’origine dei soldi che venivano prestati al Castiglioni scaricando, sostanzialmente, ogni responsabilità su colui che gestiva le società finanziarie estere del Castiglioni, l’ex-funzionario di banca Sergio Lorenzi. Il faccendiere (arrestato a luglio scorso) ha già patteggiato una pena a 2 anni e 8 mesi. Sarebbero proprio le sue rivelazioni ad aver permesso agli inquirenti di ricostruire i passaggi di liquidità dall’estero all’Italia e viceversa. Gli avvocati, al momento, non avrebbero depositato istanze di scarcerazione, in attesa della decisione del Gip sulla conferma della custodia cautelare in carcere.

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Pubblicato il 08 Febbraio 2013
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