La giornata del “ciapanò”

Il weekend sportivo ha lasciato di sé solo macerie sui campi delle nostre squadre. Salviamo Giulia Pisani, una delle poche a brillare. E chiudiamo con un pensierino all'Osservatorio sulle manifestazioni sportive

(d. f.) Un’ecatombe simile, nella provincia dei sette laghi, è anche difficile da ricordare. Ha inziato il Varese, con il 2-0 subito dai rivali del Verona, ha proseguito poche ore dopo la Yamamay capolista, battuta al tie-break a Piacenza. Poi è toccato alle altre due squadre che si presentavano in cima alla classifica: la Pro Patria è affondata in laguna, la Cimberio ci ha lasciato le penne nel derby con Cantù entrambe con prestazioni brutte e inattese. Per scovare qualche risultato postivo bisogna rifugiarsi nell’hockey o a Villa Cortese, ma in entrambi i casi si è trattato di vittorie "quasi dovute" visto il livello avversario. Insomma, un giro di "ciapanò" senza precedenti in tempo recente (qualcuno si sarà consolato seguendo l’hockey svizzero con l’Ambrì che ha vinto 4-0 a Lugano… altri si saranno disperati anche per questo) che ci auguriamo rimanga sepolto sotto la nevicata di questi giorni. Un manto bianco purificatore.

Pagellone numero 111 del 25 febbraio 2013

Giulia Pisani 7 – Uscire per crampi alla fine di un set in cui la tua squadra è sotto di 12 punti è già un bel segnale. Ma ci può stare, se si tengono presenti la grinta e l’irruenza con cui "Miss Murone" si è fatta adottare da un pubblico come quello del PalaYamamay, di solito così restio ai personalismi. Poi però ci sono i numeri, e quelli di certo non mentono: 6 muri e 7 attacchi vincenti al PalaBanca di Piacenza dove la centrale toscana, che non giocava da un’eternità, era chiamata a sostituire nientemeno che il suo mito Arrighetti. Poche chiacchiere: qui parliamo di una giocatrice vera, e il sacrificio della panchina, che per una ragazza di vent’anni non è cosa da poco, sarà presto ripagato con gli interessi.

Ebi Ere 5,5 – Qui parliamo di uno dei segreti, mica tanto nascosti, della Cimberio che vola, il capitano biancorosso Ebi Ere. Uno che di solito segna e non fa segnare, gioco di prestigio che però non è riuscito in una delle gare più attese della stagione, quella giocata sul parquet di Cantù. Di lui, questa volta, ci ha colpito una cosa: dopo aver segnato il tiro del 50-50 (a giudicare dal risultato non sembra, ma si era attorno al 35′ di gioco…) è andato a sbattere a testa bassa contro la difesa avversaria pensando di fare il salvatore della patria. Tiro sbagliato, tiro sbagliato, palla persa: non è da lui. 

Adriano Ferreira Pinto 5 – Un bagliore all’esordio, due neon scarichi nelle successive uscite. Il brasiliano arrivato dall’Atalanta deve certamente ritrovare appieno il ritmo di gara (questo vale anche per Juan Antonio, che ci piace molto ma che attendiamo al varco) dopo l’operazione estiva e il "parcheggio" successivo a Bergamo. Però con Juve Stabia e Verona non è stato all’altezza della situazione, con l’aggravante di aver fallito il pallone del pareggio che avrebbe cambiato il senso del pomeriggio nevischioso del "Bentegodi". Insomma, roba buona per un Pinto biancorosso del passato.

Andrea Sala, Devis Nossa 4 – Doppio voto per quanto riguarda la Pro Patria: la frittata cucinata dal portiere e dal difensore in occasione del primo gol del Venezia, siglato da Bocalon, è di quelle da film dell’orrore. Un lancio lungo controllato in ritardo dal centrale, un appoggio di petto rischioso da posizione troppo ravvicinata e le mani, davvero poco salde del portierino che si lasciano scappare il pallone, regalandolo all’attaccante lagunare che non si fa pregare nel buttarlo in fondo al sacco. Un’azione da dimenticare in fretta, ma che ha l’aggravante della recidività, dato che lo stesso pasticcio i due sfortunati protagonisti lo stavano mettendo in atto anche nel primo tempo.

Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive 1 – Per favore, non contestateci il fatto che forse a Desio, senza il divieto di trasferta per i tifosi di Varese, sarebbero potuti scoppiare alcuni incidenti. Se fosse successo, il voto 1 sarebbe andato agli imbecilli coinvolti. Però non è andata così e allora ci chiediamo che diritto ha di prendere certe decisioni un organo in cui i componenti dal lato sportivo rappresentano: Coni, Figc, Lega Calcio di Serie A, di Serie B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, sempre di calcio. Il basket, e le altre discipline su cui queste persone decidono, non hanno diritto di parola (immaginiamo l’impegno del Coni a loro difesa…): logico quindi che il derby di San Siro si possa – giustamente – giocare davanti a tutti, quello del PalaDesio no. E poi, ci sia consentita un’altra domanda, populista finché volete: perché a Desio c’è una gabbia per contenere gli ultras e ai Miogni (dove operano le stesse Forze dell’ordine inserite nell’Osservatorio) le guardiole sono inagibili agli stessi agenti? Stenderemmo un lenzuolo pietoso, se questo non servisse per le evasioni…

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Pubblicato il 25 Febbraio 2013
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