“Mio padre aveva un quinto figlio, il popolo italiano”

Tutto esaurito per ascoltare la testimonianza di Agnese Moro, alla vigilia della commemorazione del rapimento del padre

agnese moroGavirate applaude più a lungo e più forte della Camera dei Deputati per ricordare Aldo Moro . E lo fa per ringraziare la figlia, Agnese, che lo ha raccontato, nel seguitassimo incontro a Villa De Ambrosis, alla vigilia del rapimento del politico democristiano di origini pugliesi e dell’assassinio della scorta in quella che tutti ricordano come la strage di via Fani.
Nessun posto libero
, tanti giovani e giovanissimi in piedi ad apprezzare le parole di questa anziana signora dall’aria bonaria con un delizioso accento romano che ha incantato la platea, introdotta splendidamente dalle parole di Enzo La Forgia; lo storico varesino ha voluto soffermarsi sulla descrizione di quella temperie, e di quelle vite che – per dirla alla Paolo Mieli – si spensero in quei “600 secondi” dalle 9.05 alle 9.15 del 16 marzo 1978.
Ma le parole che conquistano davvero l’attenzione di tutti sono di Agnese: questa donna con estrema semplicità (“Mio padre non si sentiva figo, no diceva ‘guarda cosa ho fatto’, ma piuttosto ‘ti lascio questo da leggere, se hai tempo’) racconta di un uomo che si raccomandava, anche nelle lettere alla famiglia spedite durante i 55 giorni di prigionia di “spegnere il gas”. agnese moro
Una persona che ha scritto la Costituzione, e la faceva vivere in ogni gesto della sua vita, in ogni azione, credeva in essa. Ma anche una persona con grande dignità (“vacanze all’estero? Mai: ‘In Italia c’è tutto’!”) e amore per la democrazia. “Noi, in famiglia – racconta la figlia dello statista – eravamo in una condizione tale, da credere che il nostro quinto fratello fosse il popolo italiano. Mio padre l’aveva a cuore, aveva a cuore gli italiani, la partecipazione di ciascuno alla vita politica e sociale, aveva a cuore la convinzione che solo tramite la partecipazione si può costruire la democrazia e solo tramite la democrazia si può raggiungere la giustizia”. Al termine del suo intervento, prima delle domande del pubblico, un fortissimo e calorosissimo applauso ha salutato, per ringraziarla, Agnese Moro.

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Pubblicato il 15 Marzo 2013
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