F35, Maria Chiara Gadda: “Necessario rivedere spese militari”
La deputata fagnanese del Pd è tra i firmatari della mozione presentata da Sinistra Ecologia e Libertà ma è pronta a votare quella dei democratici se "conterrà la parola sospensione dell'acquisto dei caccia"
«Oggi, al più tardi domani, la Camera voterà sugli F35. Ieri sera il gruppo del Pd ha dibattuto sulla questione in modo molto approfondito e valutando tutte le posizioni, inclusa quella dei 16 parlamentari PD che come me hanno aderito alla mozione di SEL». Così scrive Maria Chiara Gadda sulla sua pagina Facebook. La deputata fagnanese del Pd fa parte del gruppo di firmatari della mozione presentata da Sinistra Ecologia e Libertà, con l’appoggio del Movimento 5 Stelle. Secondo la giovane parlamentare «è necessario, comunque, trovare una sintesi la più possibile condivisa, che rispetti il comune sentire della maggioranza dei parlamentari, del Partito Democratico e di tanti cittadini italiani ed associazioni, come per esempio Rete per il Disarmo, che ho incontrato ieri fuori dalla Camera insieme ad altri colleghi».
Della contromozione che il Pd sta preparando, al fine di ricompattare la truppa alla Camera, la Gadda salva la proposta che è emersa «di incaricare la commissione Difesa di effettuare una indagine conoscitiva approfondita non solo sulla vicenda F35 ma anche su tutti gli altri impegni di acquisto assunti in ambito militare. In campagna elettorale abbiamo ripetuto: "Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F35". Credo che, soprattutto in un momento di crisi economica e anche alla luce di una non semplice convivenza di governo con il centrodestra, dobbiamo rimanere coerenti con quest’impegno e rispettare i valori in cui crediamo e la fiducia di chi ci ha votato».
L’ostruzionismo della Lega Nord regala, dunque, altre 24 ore ai democratici per fare in modo che il nuovo testo preveda la frase "sospensione dell’acquisto degli F35". Se questa non ci sarà la deputata assicura il suo voto alla mozione di Sel: «Il Pd ha ottenuto il ritorno in Parlamento della discussione sulla programmazione delle spese militari che prima era materia esclusiva del Ministero della Difesa – conclude – non vanifichiamo un’importante risultato».
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