Curatolo, più di un mister per il Cairate

Per la rubrica di VareseNews sul calcio dilettantistico, abbiamo sentito il manager dell'Union, che da vent'anni guida la compagine grigiorossa

Il Cairate ha iniziato alla grande il campionato 2013-2014 di Promozione e solo dopo l’ultima sconfitta contro il Tradate ha lasciato la prima posizione del campionato, rimanendo in ogni caso al secondo posto e sempre lanciato verso l’obiettivo promozione. Da vent’anni l’anima della società grigiorossa è Pasquale Curatolo, mister e manager del sodalizio cairatese.
 
Mister Curatolo, partiamo dai risultati della prima squadra. Tolta l’ultima sconfitta, un gran bell’inizio.
« Direi di sì, escludendo il ko contro il Tradate non abbiamo mai perso, ma credo ci sia di più. Quello che fa pensar bene è che la squadra ha una struttura omogenea e che esprime un calcio importante per la categoria. La sconfitta di domenica ci impone di rimanere umili, ma non toglie valore alla rosa anche per il futuro del campionato».
 
Quest’anno avete costruito una formazione ambiziosa, pronta per il salto di categoria.
«La squadra è composta da giocatori che possono sicuramente fare bene. Se si riesce a lavorare tutti nella giusta direzione credo che possiamo arrivare nelle prime posizioni. Quasi tutti i giocatori hanno già giocato in Eccellenza e vorremmo tornarci, anche perché la retrocessione di due anni fa brucia ancora. Con il nuovo assetto di promozione e playoff non sarà facile, ma alla fine sarà il campo, come sempre, a dare le risposte».
 
Lei ora sta scontando una squalifica di un mese e mezzo dopo la gara contro il Portichetto. Come mai?
«Credo che in quella occasione abbiamo avuto qualche decisione avversa da parte del direttore di gare e gli arbitri sappiamo che possono condizionare le partite. Il problema peggiore è la mancanza di dialogo: non si riesce a parlare con loro e alcune volte non vengono date spiegazioni. Sarebbe tutto più semplice e noi potremmo capire il loro punto di vista. Negli ultimi anni il calcio dilettantistico è cresciuto molto sotto tanti aspetti, ma la classe arbitrale non sembra fare passi avanti. Domenica ho dovuto seguire la partita dalla tribuna senza poter dare il mio apporto alla squadra e come me anche dei giocatori. Non mi preoccupo più di tanto però, perché visto il livello prima o poi capiterà a tutti di subire dei torti».
 
Passiamo a lei, da quanti anni è a Cairate?
«Sono qui dal 1994, quindi da vent’anni. Ho iniziato dal settore giovanile, ho avuto la fortuna anche di allenare nei tre anni in cui ho seguito le squadre minori anche Federico Piovaccari, che ora è in Romania e gioca la Champions League. Dopo i tre anni nelle giovanili sono passato in prima squadra, diciassette anni fa. A questi livelli Cairate è una scelta ottima perché ha dirigenti con presenza, predisposizione e disponibilità per lavorare al meglio, con la giusta misura e senza esasperare i toni. Per questo devo ringraziare il presidente Ermoli e tutta la dirigenza».
 
Lei però è più dell’allenatore del Cairate…
«Posso dire di essere orgogliosamente indipendente. Abbiamo adottato un modello all’inglese, con l’allenatore che sceglie i giocatori senza direttore sportivo, e risponde in prima persona delle scelte fatte; in pratica un manager. Fino ad oggi gli obiettivi che ci siamo prefissati sono sempre stati raggiunti. A questi livelli la nostra idea di calcio è moderna e anche grazie al corso svolto a Coverciano come preparatore atletico studio e faccio allenare ogni giocatore al meglio: non a caso generalmente i nostri corrono più degli avversari. La scelta dei calciatori non è fatto a caso, lavoriamo sulla coesione dei gruppi e questo aiuta ad una gestione di natura diversa, sin dall’approccio meno stratificato e burocratico, ma a diretto contatto con la guida della squadra. Ho fatto la Tesi di Laurea Sperimentale in Scienze Motorie per l’Università di Torino sul mio gruppo dell’Eccellenza di tre anni fa e alcuni esperti hanno valutato ottimamente il mio lavoro. Crediamo nella semplificazione e noi dimostriamo che è possibile farlo. Nel dilettantismo si fanno tante cose a livello alto, e molte volte non si dice. Vogliamo partecipare tutti alla valorizzazione del calcio dilettantistico».

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Pubblicato il 31 Ottobre 2013
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