I diritti delle donne

Al salone Estense, Coni e Fondazione il Ponte del Sorriso hanno voluto dedicare un evento per sollecitare attenzione e solidarietà a chi è vittima di abusi. Tra i testimonial Marina De Juri e Sarah Maestri

Violenza, stalking, mobbing. Prevaricazioni, prepotenze, botte. La strada verso il rispetto della donna è ancora lungo, ma buoni risultati si sono ottenuti negli ultimi anni. Innanzitutto un decreto che riconosce il femminicidio. E poi servizi di ascolto e di accoglienza. E, ancora, solidarietà e comprensione. 
Nonostante tutto, ogni giorno, i giornali devono confrontarsi con situazioni di brutalità assoluta, episodi efferati che hanno come vittime donne, mogli, compagne, fidanzate, amiche, o perfette sconosciute.

La gurdia non può e non deve abbassarsi. Bisogna parlare e far crescere il livello di intolleranza verso misfatti terrificanti, resi ancora più brutali dai legami che uniscono carnefici e vittime. 

Nello spirito della continua sensibilizzazione, si è inserita la manifestazione organizzata dalla sezione provinciale del Coni, presieduta da Stefano Ferrario delegato provinciale, insieme alla Fondazione Ponte del Sorriso e alla sua presidente Emanuela Crivellaro.

Marina De Juli con Franca RamaNel salone di Palazzo Estense, Marina De Juli, attrice, amica e collega di Franca Rame, ha ricordato le battaglie di Franca, l’episodio di brutale efferatezza di cui fu vittima, perpetrato proprio con lo scopo di "chiudere la bocca" a chi denunciava la violenza contro le donne in tempi in cui si preferiva riversare sulla vittima il marchio della provocatrice. In un racconto scritto dalla stessa Rame e raccolto dalla viva voce di una donna stuprata e poi accusata di aver rovinato la vita a "un giovane perbene", Marina De Juli ha concentrato tutta il dramma di una donna che viene battuta, violentata e "uccisa dentro". Una testimonanza cruda a cui è seguito il racconto di Sarah Maestri, la giovane attrice di Luino che, nel suo libro autobiografico "La bambini dei fiori di carta" ricorda un amore violento, vissuto qualche anno fa, che le ha lasciato una profonda cicatrice nell’anima. 

Le due toccanti testimonianze erano state introdotte da un momento di danza, uno spettacolo di danza del ventre delle "Regine d’Oriente" voluto per sottolineare il diritto della donna a fare le proprie scelte e a veder rispettato questo diritto. Ogni momento è stato poi sottolineato dalla violinista Chiara Bottelli che ha ricordato come la cultura e la musica possano contribuire a sconfiggere il male. 

Al termine della serata Erica D’Adda, onorevole e Francesca Brianza, consigliere regionale, hanno condiviso la necessità di accelerare sulla via del rispetto della donna e del sostegno da parte della politica». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Ottobre 2013
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