“Diritto di frontiera”, un convegno da tutto esaurito

Intervista a Fabio Bombaglio, avvocato da sempre attento alla evoluzione delle questioni giuridiche transfrontaliere

Un tutto esaurito di giuristi al convegno sul “diritto di frontiera” svoltosi a Manno. Il sold out della manifestazione (presenti un centinaio di partecipanti!) ha comportato il mancato accoglimento di ben venti adesioni. Con l’avvocato Fabio Bombaglio, da sempre attento alla evoluzione delle questioni giuridiche transfrontaliere, facciamo un bilancio dell’incontro.

– Un convegno di studiosi ed esperti che ottiene un grande successo di partecipazione dice molto della sua attualità e della sua necessità. Avvocato può ricordare in estrema sintesi lo scopo dell’evento?
“Portare ai Professionisti delle norme la consapevolezza dell’attualità – se non dell’urgenza – di elaborare protocolli condivisi di operatività transfrontaliera: è imposto dalla crescente integrazione economica dell’ area Lugano – Varese – Como – VCO”.

– Alla luce delle analisi e del dibattito si può affermare che ci sono stati risultati positivi nell’assemblaggio di norme tese a costituire un nuovo, reale seppure parziale, diritto di frontiera italo-elvetico?
“Le norme sono sempre e naturalmente in ritardo rispetto alla realtà: compito delle Professioni è di interpretare e di elaborare prassi rispettose delle norme che ci sono utili a regolare le zone grigie e a gettare ponti che – se i risultati saranno quelli sperati – potranno essere percorsi da chi, scrivendo nuove norme, riempirà i vuoti normativi adeguando le norme alle cose”.

– Quali passi i giuristi dei due Paesi ritengono indispensabili per arrivare all’ufficialità e quindi alla piena efficacia del dettato di Manno?
“Si è convenuto sulla centralità di un cambiamento di passo: dobbiamo fare i conti con aspetti di integrazione e di complementarità di un territorio attraversato da un confine politico. Se posso azzardare uno slogan, una comunità unita dalla frontiera”.

– Due sistemi giudiziari nazionali sono sempre mondi e culture diversi, quindi possono concordare nell’elaborazione e nel varo di norme, ma avere tempi di attuazione diseguali. Gennaio in Italia vede le cerimonie dell’anno giudiziario e regolarmente i cittadini constatano i disastrosi ritardi dei nostri apparati. Non è che dopo il buon lavoro di Manno a chi chiede giustizia appellandosi in Italia al diritto di frontiera vengano appioppati inadempienze e ritardi tipo … Arcisate- Stabio?
“Io credo che ci siano già eccellenti strumenti di base (in primis la Convenzione di Lugano ) e che lo sforzo necessario sia quello di comprendere che certi scambi transfrontalieri sono già merce corrente e pienamente lecita . C’è un confine politico che attraversa un’ area il cui baricentro economico si sta spostando e c’è una rete di subfornitura che credo abbia pochi eguali in Europa. Restare legati al pregiudizio del contrabbando di capitali mi sembra atteggiamento che, quanto meno, non considera la disponibilità di situazioni (europee ed extraeuropee ) ben altrimenti permissive rispetto al Canton Ticino”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Gennaio 2014
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