Monitoraggio delle “zone umide” del Parco Pineta
Al via il programma di analisi pluriennale degli impianti di fitodepurazione e degli ecosistemi acquatici umide presenti nell’area verde protetta
Gli ambienti umidi rappresentano uno dei tasselli più fragili dell’ecosistema; il loro ruolo di depuratori naturali delle acque li rende ancor più vulnerabili all’influenza dell’uomo e dei suoi insediamenti. In tale contesto si colloca l’attività di monitoraggio ambientale, finanziata da Fondazione Cariplo, promossa dal Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, conclusasi lo scorso anno.
Il progetto, con la supervisione scientifica dell’unità di ricerca dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (UNIMIB) coordinata dalla dottoressa Valeria
Il monitoraggio svolto si è focalizzato inoltre su un set di 24 aree umide seminaturali e artificiali distribuite all’interno del territorio. Tale intervento rappresenta un’analisi della validità degli interventi realizzati dallo stesso Parco negli ultimi anni; al fine di contrastare la graduale scomparsa di molti dei luoghi idonei alla riproduzione degli anfibi, l’Area Protetta ha realizzato alcuni stagni artificiali in differenti località. Tramite le attività di campo e le analisi di laboratorio è stato possibile definire le variabili ambientali che caratterizzano ogni ecosistema, valutandone anche l’importanza in relazione alla biodiversità correlata giungendo alla sorprendente conclusione che “non ci sono differenze significative tra stagni artificiali e naturali”. Ma non è tutto oro ciò che luccica; a positive conferme come l’indispensabile contributo alla biodiversità svolto dalle Aree umide realizzate (soprattutto se integrate ad impianti di fitodepurazione), seguono spiacevoli dimostrazioni come l’enorme danno arrecato alle comunità acquatiche da parte delle specie esotiche, tra cui la ben conosciuta tartaruga dalle orecchie rosse, spesso abbandonate da qualche cittadino ignaro delle conseguenza del suo gesto irrispettoso.
«Ciò che accomuna la realizzazione dei più disparati interventi è certamente il rischio di non saggiarne la validità. E’ indispensabile verificare se quanto compiuto ha raggiunto i risultati sperati. – dichiara Mario Clerici, Presidente del Parco Pineta – Per questo motivo ritengo una delle principali valenze del progetto, la possibilità di disporre di dati utili per la progettazione, la gestione e l’inserimento di aree umide nel territorio».
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