L’ospedale? “Il luogo dove la vita accelera”
Il regista di “braccialetti rossi”, Giacomo Campiotti, ha inaugurato il nuovo corso dell’università che punta a rendere più umano il rapporto tra malati e personale ospedaliero spiegando che “lavorare in ospedale è un privilegio"
E’ stato un testimonial di eccezione quello che ha metaforicamente inaugurato il nuovo master dell’Università Insubria "Educare in Ospedale": Giacomo Campiotti. Un regista il cui nome non dice molto se non viene associato al suo ultimo, fortunato lavoro: braccialetti rossi. Campiotti è infatti l’uomo che era dietro la macchina da presa della fiction che ha commosso l’Italia e ha raccontato la sua esperienza nell’umanizzazione dell’ospedale, lo stesso obiettivo del corso.
«Nell’ospedale la vita non si ferma -ha detto Campiotti- ma anzi va ancora più veloce» e questo perchè «in quella situazione speciale ogni cosa assume una maggiore intensità». Il regista ha infatti imparato molto prima di iniziare a riprendere e questo messaggio «è stato recepito anche dai ragazzi che hanno seguito il film». Proprio per questo motivo Campiotti definisce l’ospedale «un luogo di vita privilegiata» dal momento che «questo lavoro permette enormi occasioni in cui il rapporto di scambio è paritario se non all’inverso».
Cita molte testimonianze, alcune presenti anche in braccialetti rossi mentre altre solo nel libro, per spiegare come «la malattia, qualunque malattina, non solo toglie ma sopratutto dà un qualcosa di più» e proprio per questo l’invito del regista è quello di «vivere il rapporto umano oltre la semplice professione, non ci sono scuse».
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