l Comuni dell’aeroporto si sfilano dalla “unione” dei sindaci per Malpensa

Martedì sera l'incontro promosso dai primi cittadini di Varese, Gallarate, Busto, Magenta e Novara: i sindaci del Cuv, i Comuni direttamente toccati dall'aeroporto prendono le distanze. "Siamo noi a confrontarci coi problemi"

La grande alleanza dei sindaci pro-Malpensa forse è già un’unione del passato. Non tanto per la scarsa partecipazione diretta dei "primi cittadini", quanto per le differenze che emergono: la prima rottura esplicita – la più evidente – è quella dei sindaci del Cuv, il Consorzio Urbanistico Volontario che riunisce i 9 Comuni che a vario titolo sono più direttamente toccati dallo scalo. «Siamo noi i più toccati, come possono i miei concittadini comprendere certi toni?» sbotta Tiziano Marson, vicesindaco ("delegato" per il tema Malpensa) di Casorate Sempione. «Noi ci occupiamo da tempo, sarebbe stato opportuno partire da chi conosce bene il territorio e l’aeroporto» gli fa eco Leonardo Tarantino, sindaco di Samarate. Sul fronte del lavoro, «lo scorso anno per Sea Handling solo noi ci siamo mossi per affrontare il problema con il Comune di Milano» rincara la dose Marson (nella foto a destra, manifestazione a Milano dei lavoratori dell’handling, 2013). Se l’alleanza "allargata" ha riunito sindaci di centrosinistra (Gallarate, Magenta, Novara), leghisti (Fontana) e di Forza Italia (Busto Arsizio) e ha garantito un approccio bipartisan, anche la contrapposizione finisce ad essere bipartisan, visto che i sindaci del Cuv hanno sottoscritto tutti insieme un documento e tutti insieme hanno deciso di disertare l’appuntamento allargato, con la sola eccezione di Guido Colombo, primo cittadino di Somma che sta giocando una partita sua, non priva di curiose iniziative di protesta solitaria.

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Nel documento di risposta predisposto dal Cuv (in questa fase guidato da Danilo Rivolta, sindaco di Lonate Pozzolo), i sindaci ricordano che «dal 1974 il Consorzio Urbanistico Volontario sta “giocando” un ruolo forte a livello politico, istituzionale e amministrativo» e, al di là di un interesse generale alla partita, rimarcano soprattutto di essere «preoccupati che un eccessivo allargamento e conseguente frammentazione dei soggetti coinvolti possa portare, nei fatti più che nelle volontà, ad un eccessivo allontanamento e dispesione dell’attenzione verso le reali problematiche e potenzialità dell’aeroporto di Malpensa». Come per dire: la presa di posizione allargata è troppo generica per avere una reale possibilità di incidere. Anche la disponibilità, pur ribadita, del Cuv viene ricondotta ad un «confronto franco aperto» che sia però «diverso da momenti assembleari in cui necessariamente emergono temi di carattere troppo generale».

Al di là del fatto che il Cuv sia stato per così dire scavalcato sul tema Malpensa, sembra esserci anche un certo fastidio per una discussione che non mette in primo piano le specificità dei comuni più a contatto con lo scalo, quelli su cui insiste il sedime (compresa Samarate, che per esempio non è toccata dalle rotte) e quelli più esposti (come Golasecca e Arsago, relativamente lontani dallo scalo, ma molto toccati dal rumore). Con buona pace però anche di chi si ritrova appena ai margini dello scalo e delle rotte, come Gallarate o il piccolo paese milanese di Nosate, che pure sono anch’esse abitate da lavoratori aeroportuali ed esposte direttamente anche al rumore. La questione ambientale riemerge subito forte anche nelle file del Cuv, per esempio a Casorate: «C’è anche una questione economica: chi finanzierà le mitigazioni ambientali dell’aeroporto anche solo per come è oggi?» domanda Tiziano Marson da Casorate. Un’ultima nota curiosa: nei mesi passati lo stesso Cuv si era ritrovato messo in dubbio su una iniziativa, per così dire opposta: usando gli stessi argomenti (i problemi specifici) si era fatta avanti l’idea del "SuperCuv" che riunisse solo i tre principali Comuni di sedime, vale a dire Ferno, Lonate e Somma.

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Pubblicato il 23 Ottobre 2014
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