“Lavorare al New Museum è un’esperienza unica”

La giovane critica d’arte Virginia Colombo di Busto Arsizio racconta la sua esperienza a New York a fianco di Massimiliano Gioni

Avevamo parlato di Virginia Colombo, giovane critica d’arte di Busto Arsizio, qualche mese fa quando il suo progetto era stato premiato dal bando Progetto Professionalità “Ivano Becchi” ottenendo la possibilità di volare a New York e lavorare a fianco di Massimiliano Giorni al New Museum. L’abbiamo raggiunta nella Grande Mela per farci raccontare come prosegue la sua nuova avventura. 

 

Come procede la tua esperienza a New York?
“Qui sta andando tutto molto bene, ormai sono a più di metà percorso, e vivere in questa città è una esperienza unica. Sto lavorando a tempo pieno al New Museum, fianco a fianco con Massimilano Gioni e il suo team curatoriale e abbiamo inaugurato due mostre recentemente, di cui una quella molto importante di Chris Ofili”.

 

Com’è vivere nella Grande Mela?
“La città offre mille spunti ed esperienze per cui cerco di approfittare di ogni occasione per vedere cose interessanti e scoprire nuovi artisti, spazi d’arte e partecipare alle tante attività”.

 

Quali sono le esperienze più importanti che hai vissuto in questi mesi?
“Come esperienze complementari al mio percorso ho seguito due corsi alla New York University, uno sulle case d’asta e uno intitolato "Exhibition design", per approfondire sempre più tutti gli aspetti pratici e teorici del lavoro curatoriale. Nel frattempo ho fatto anche dei viaggi formativi. Sono stata a Washington per avere una panoramica dell’arte contemporanea della città e vedere soprattutto gli incredibili musei in loco. Ho anche partecipato ad un convegno curatoriale tenutosi presso il prestigioso Bard College, fuori NY, dove ho potuto conoscere tanti curatori di rilievo internazionale”.

 

Si è da poco conclusa Art Basel a Miami. Hai avuto occasione di visitarla?
“Sono appena tornata da Miami dove ho partecipato attivamente alla settimana più importante per quanto riguarda il contemporaneo in America, ovvero quella di Art Basel Miami Beach, in cui oltre alla fiera d’arte principale, Art Basel appunto, in città c’erano centinaia di manifestazioni, fiere, mostre ed eventi legati all’arte”.

 

Come stai vivendo questa esperienza?
“Lavorare al New Museum è una esperienza molto appagante, sto imparando moltissimo e sto facendo davvero "pratica" lavorando sulle mostre in programma per i prossimi anni”.

 

Che percezione c’è in America dell’arte italiana?
“A parte alcuni nomi di artisti italiani davvero famosi (penso a Cattelan, Vezzoli ecc), devo dire che l’arte italiana contemporanea fatica un po’ ad essere rappresentata in America. Alle fiere che ho visitato a Miami, per esempio, gli italiani esposti erano davvero pochi. Lo stesso lo si vede anche nelle retrospettive dei musei di New York: gli artisti italiani hanno ancora molto da fare per trovare un loro spazio, purtroppo”.

 

Ti piacerebbe rimanere in America o tornare il Italia a lavorare?
“Trovare un lavoro qui sarebbe senza dubbio fantastico perche’ New York e’ la citta’ perfetta in cui lavorare in campo artistico. Allo stesso tempo so che e’ anche molto difficile, per cui non mi precludo nulla e anche un futuro "italiano" rimane una ottima opzione!”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Dicembre 2014
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