Prima della Scala, nei fiori c’è anche un tocco di varesinità

Nell'allestimento dell'addobbo floreale ci sono le mani di Marco Introini e Simonetta Crivellari, gallaratese il primo, vergiatese la seconda, collaboratori dell’Associazione Fioristi di Milano e Provincia

C’è anche un po’ di provincia di Varese alla prima del Teatro Alla Scala di Milano. Il tocco sta nei fiori, in particolare nella mani di Marco Introini e Simonetta Crivellari, gallaratese il primo, vergiatese la seconda, collaboratori dell’Associazione Fioristi di Milano e Provincia (Confcommercio Milano) che ogni anno dona alla città l’addobbo del teatro in occasione della Prima di Sant’Ambrogio, il Fidelio di Ludwig Van Beethoven diretta dal Maestro Daniel Barenboim.

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Marco Introini, da Gallarate alla Scala nel nome dei fiori 4 di 15

È Marco Introini, 47 anni, floral designer («anche se mi piace definirmi fiorista») a raccontarci come nasce un’opera monumentale: il progetto – curato da Anna Lucia Carbognin (presidente dell’Associazione Fioristi di Milano e Provincia), Luca Pozzi e Federico Vassilli e realizzato in collaborazione con la Direzione del Teatro alla Scala prevede l’utilizzo di 6.000 rose in diverse colorazioni a partire dal bianco grigio-avorio delle varietà vendela e quick sand  fino a colorazioni ramate delle coffee break e violacee delle “ocean songs”, 600 ortensie dai toni autunnali e brunati,  3.400 garofani e amaranthus bordeaux.

«Siamo 30/35 persone: per due giornate ci siamo trovati nei magazzini della Scala per poi portare questa mattina al Teatro gli allestimenti e montarli in tempo per la Prima. Io sono 4 anni che collaboro con questo gruppo splendido, affiatato e fatto di professionisti validi – spiega Introini (www.marcointroini.com) -. È un’occasione per ritrovarci, divertirci anche, sempre con l’obiettivo finale di un lavoro di pregio che vedrà tutto il mondo. Quest’anno la direzione del Teatro ci ha chiesto di realizzare una composizione sulla gradazione dai colori grigi e ramati della scenografia in linea con le atmosfere del Fidelio: la scenografia è semplice, ma ciclopica, monumentale. E venuto fuori un bel lavoro». Introini, che da qualche anno fa il freelance, è chiamato a fare lavori di prestigio in tutta Italia e non solo. La sua collega Crivellari ha invece un negozio a Vergiate: «Siamo fioristi con una formazione artistica in più: floral designer è la definizione, in pratica ci esercitiamo a miscelare arte, passione per i fiori, allestimenti per dare un risultato d’insieme spettacolare e d’impatto». Come quello della Scala, con un tocco made in Varesotto.

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Pubblicato il 07 Dicembre 2014
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