Gadda, Pd: “Il Servizio postale deve essere garantito anche nelle zone montane”

La deputata del Partito Democratico ha rivolto alcune domande nell'interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi

«Quali uffici postali saranno oggetto di chiusure o riduzione d’orario nella provincia di Varese? E quali garanzie Poste Italiane sarà in grado di dare all’utenza dei piccoli comuni, soprattutto delle comunità montane, piuttosto che ai cittadini più anziani o con difficoltà di movimento?». Sono queste le domande che la deputata del Partito Democratico, Maria Chiara Gadda (nella foto), ha rivolto al Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in una interrogazione parlamentare depositata a sua prima firma a cui hanno aderito anche i colleghi varesini Paolo Rossi e Angelo Senaldi.
«Se nel piano aziendale di Poste si parla di investimenti da 3 miliardi e 8 mila assunzioni, non è ammissibile che si concretizzino tagli al servizio universale e che non vi sia chiarezza proprio su questo aspetto» ribadisce Gadda che valuta «non sufficienti» le parole di replica fornite dall’azienda. «Anche i vertici, nella loro ultima nota, confermano la rimodulazione dell’orario di apertura al pubblico per 121 uffici postali in tutta la Lombardia e la soppressione di 61 uffici». «Questo disimpegno e impoverimento dei servizi avrà sicure ricadute sociali, atteso che le chiusure dovrebbero interessare soprattutto centri minori, ed in particolare delle comunità montane e delle zone periferiche» sottolinea la parlamentare democratica preoccupata che la minore capillarità possa arrecare disagi all’utenza più anziana. «C’è molta preoccupazione nella provincia di Varese, dettata dalle voci che vedrebbero interessato questo territorio dai tagli e dalle riduzioni dei servizi. A rischio – continua Gadda – potrebbero essere le sedi di Corgeno e Cimbro, ma la manovra potrebbe riguardare anche comuni di dimensioni maggiori. Il Sindaco di Vergiate, Maurizio Leorato, si è fatto in queste ore portavoce del disagio che ulteriori chiusure potrebbero arrecare al territorio, considerato il sovraccarico di lavoro che già oggi riguarda molti uffici.». Prosegue la deputata: «L’incertezza deriva anche dal non sapere con esattezza cosa preveda il piano, e questo clima aumenta i timori tra utenti cittadini e lavoratori dell’azienda stessa». «Su questi temi AGCOM si è espressa in modo molto chiaro, attraverso una delibera firmata dal Presidente Marcello Cardani nel 2014. Tale documento ribadisce come, pur in un contesto di diverso contenimento dell’onere del servizio universale e di necessaria razionalizzazione, devono essere salvaguardati i servizi nelle zone disagiate, montane e rurali, anche a fronte di volumi di traffico molto basso e alti costi di gestione, imponendo pertanto a Poste anche dei divieti di chiusura. La delibera di AGCOM obbliga inoltre Poste Italiane ad avviare con le istituzioni locali e con congruo anticipo, un confronto sulla possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate, individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale. E’ necessario vigilare affinché i criteri e i divieti contenuti nella delibera AGCOM siano correttamente applicati» conclude la deputata del Partito Democratico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Febbraio 2015
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