Per aiutare il Circolo si aprono letti nel privato
Nuovi letti sono allo studio ma solo in strutture private in grado di garantire maggior flessibilità organizzativa. I direttori di Asl e ospedale spiegano il piano per superare la crisi del PS. Un piano che non passa dal potenziamento del Circolo
Cinque letti sub acuti in più alla Fondazione Borghi di Brebbia mentre altri arriveranno quando si concluderanno le trattative tra Asl e privati. È questa una delle soluzioni presentate dalla direttrice dell’Asl Paola Lattuada e dal direttore dell’azienda ospedaliera varesina Callisto Bravi. Le novità annunciate dall’assessore regionale Mantovani, alla fine, si sono rivelate le stesse già anticipate la scorsa settimana: otto letti nuovi per sub acuti, il potenziamento dell’ambulatorio ad accesso libero in via Dunant a Varese e il medico per i "codici minori" in pronto soccorso presente adlle 8 alle 20 .
Dall’analisi, però, appare chiaro che l’ospedale di Varese è sempre più polo di riferimento per la gente del territorio: « Le persone vogliono venire a Varese – ammette Bravi – e noi accogliamo sempre tutti. Il sistema del 118, però, deve gestire i pazienti in modo da coinvolgere tutto il territorio. Ecco perchè, a volta, capita che le ambulanze si dirigano verso altri presidi. Ma non è il Circolo a dirottarli».
La lettura sembra sostenere, dunque, l’opinione diffusa che si siano progressivamente impoveriti i plessi periferici, lasciando Varese a gestire l’intera area a nord della provincia.
Negli ultimi 15 anni, l’azienda varesina ha visto assottigliarsi il numero di posti letto: dei 1370 accreditati attualmente ( erano 1410 nel 2002) oggi ne sono attivi 900 oltre ai 104 impiegati con funzioni diversi: subacuti, riabilitazione o diurni. In compenso le liste d’attesa per visite ambulatoriali e interventi chirurgici si sono allungate, soprattutto nel presidio varesino.
Il giudizio che il Circolo sia sottodimensionato ( nonostante un livello di saturazione dei posti letto che supera il 97% e un rapporto posti letto per abitanti tra i più bassi in Lombardia) non trova d’accordo i due direttori: « Non bisogna soffermarsi sul numero di posti letto ma sulla loro organizzazione – spiega la dottoressa Lattuada – È chiaro che questo presidio deve fare più attenzione di altri ai suoi percorsi di efficientamento». Ne è convinto anche il dottor Bravi che parla di riduzione dei giorni di ricovero pre intervento e dimissioni più veloci
La slide fa riferimento alla mancata chiusura dei letti nei periodi di ferie, organizzazione che ha portato a una maggior utilizzazione di letti, mentre per complessità si intende proprio una casistica più grave.
Varese, quindi, vedrà aumentare solo di qualche decina i propri posti letto grazie al potenziamento di neurologia, ematologia e pneumologia. In compenso l’Asl sta discutendo con i sindaci della Valceresio su un progetto di rilancio dell’ospedale di Cuasso: « Ci vorranno risorse perchè ha bisogno di interventi strutturali, ma davanti a un bel progetto la Regione farà la sua parte» assicura Paola Lattuada.
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