Nasce a Samarate il primo comitato pro-Unioni Civili
In mezzo a tanti allarmi lanciati dal fronte del No, i sostenitori del DDL Cirinnà vogliono "un confronto serio" e denunciano la "malainformazione"

Il dibattito è acceso, sul DDL Cirinnà che istituisce le unioni civili. E se parole, confronto e scontro riempiono quotidianamente le pagine dei quotidiani e le bacheche di Facebook, ora c’è chi invece vuole dibatterne a viso aperto, sul territorio: a Samarate è nato il Comitato Unioni Civili, prima realtà simile in provincia. Sostengono apertamente la necessità di sostenere l’introduzione di norme che vadano ad ampliare i diritti, ma anche l’urgenza di animare un dibattito più consapevole sul tema. I primi promotori sono Domenico Aiello, Alberto Artuso, Carlo Aspesi, Ivano Damiano, Alessandro Ferrazzi, Rolando Franco, Alessio Macchi, Andrea Panarotto, Luigino Portalupi, Pino Santangelo, Consuelo Sozzi, Marina Tarabella , Elisa Zocchi.
«Ci siamo trovati sulle idee, sulla convinzione prima di tutto che sia importante discutere e parlare di questo decreto, i cui contenuti sono spesso travisati» dice Consuelo Sozzi, uno dei promotori del Comitato. «I temi legati al DDL Cirinnà vengono trattati con un approccio superficiale, che non tiene conto neppure degli studi fatti dal punto di vista sociale e psicologico. Ancora più importante è fare chiarezza sulla stepchild adoption, su cui si dicono cose molto imprecise».
«Il nostro obbiettivo è informare le persone, fare informazione chiara a fronte di tanta malainformazione» aggiunge Domenico Aiello. Tra i primi promotori ci sono molti giovani e viene rivendicato un approccio «senza orientamento politico», nel senso che le appartenenze politiche sono le più varie, il punto d’incontro è appunto il sostegno alle nuove norme contenute nel DDL Cirinnà. Necessarie – dicono – a regolare e dare una base giuridica certa a situazioni che già esistono e rispetto a cui, oggi, svolge una funzione supplente anche il potere giudiziario, i giudici chiamati a decidere, pur su un orientamento che emerge ormai dalla giurisprudenza. E su questo aspetto – regolare e regolarizzare situazioni esistenti – viene evocato il precedente della Legge sul divorzio, che intervenne tardivamente e di fronte a cui ci fu una mobilitazione contraria che si rivelò minoritaria nel Paese.
Proprio dai Giudici – fino al più alto organo giudiziario, la Cassazione – è arrivata la sollecitazione a normare con la Legge situazioni non più ignorabili, come ha richiamato anche Luigino Portalupi,giù sindaco di Samarate che rivendica la sua partecipazione ad altre battaglie referendarie sui temi “etici”. «Ce lo chiede anche la normativa europea, che per nostra scelta siamo tenuti a rispettare». E se di fronte ad una nuova Legge, venisse lanciato un referendum abrogativo? «Se ci fosse, almeno ci sarebbe più informazione, più coinvolgimento diretto» dicono quelli del Comitato.
La mobilitazione parte con tutti gli strumenti di oggi: la pagina Facebook, ma anche l’irrinunciabile volantinaggio faccia a faccia, che sarà lanciato proprio in questo fine settimana.
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