Rosati assolto, non evase l’Iva del Varese 1910

Il tribunale di Varese riconosce la buona fede. L'ex patron ne esce bene

antonio rosati cinisello balsamo calcio varese 2014

L’ex presidente del Varese 1910, Antonio Rosati, è stato assolto dal tribunale di Varese, questa mattina, in merito all’accusa di non aver versato l’Iva dovuta allo stato per la squadra di calcio del Varese 1910. Il capo di imputazione gli contestava il mancato versamento, dell’imposta dovuta allo stato, di 436mila euro. Versamento che avrebbe devoto essere effettuato alla scadenza del 27 dicembre del 2010.

L’avvocato difensore, Stefano Amirante, ha eccepito che l’ex patron della squadra di calcio allora in serie B sanò la sua pendenza, con gli interessi di mora, qualche tempo dopo, attraverso una manovra di riscatto del debito che le leggi oramai consentono.

Per l’imprenditore di santa Margherita Ligure, che dopo l’esperienza varesina si ritrovò coinvolto in una inchiesta legata alla cooperative di lavoro condotta dalla guardia di finanza di Milano e ha scontato 6 mesi di carcerazione preventiva, è però un buon momento. Alcune settimane fa, il tribunale civile di Milano gli ha dato ragione in una causa contro Nicola Laurenza, l’imprenditore a cui vendette il Varese e che lo accusò di avergli nascosto i veri conti. I giudici hanno rigettato la richiesta di risarcimento di Laurenza e hanno condannando quest’ultimo al pagamento di 500 mila euro allo stesso Rosati, per una cifra mai versata in sede di acquisizione delle quote della vecchia società.

Rimangono ancora un’altro procedimento penale, a Varese, sempre per iva non versata, ma soprattutto il rinvio a giudizio a Milano per l’indagine sulle cooperative: la madre di tutti i processi a cui è sottoposto l’ex presidente.

 

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 06 Maggio 2016
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