Area 336, le Coop chiedono i danni agli ex amministratori

La richiesta è rivolta all'ex sindaco Guenzani, al vice Pignataro e alla dirigente all'urbanistica. Il Pd: "Vogliono condizionare future scelte? Chiediamo massima attenzione"

via padova gallarate

Il Comune di Gallarate ha eliminato la possibilità di costruire nella zona Sud della città – verso il confine con Busto – e ora l’immobiliare del gruppo Coop Lombardia chiede i danni a chi sostenne la “opzione zero” sul consumo di suolo: una richiesta di danni che ricadrebbe – secondo le indiscrezioni di stampa – sull’ex sindaco Edoardo Guenzani e al suo vice Giovanni Pignataro, oltre che sulla dirigente all’urbanistica Marta Cundari (sarebbe un po’ una sorpresa, perché è un tecnico, non un politico che prende le decisioni).

Immobiliare Futura è una delle sei immobiliari di Coop Lombardia, è  proprietaria di terreni per 150mila mq acquistati nei decenni passati nell’area verde tra Gallarate e Busto, lungo la superstrada 336: mentre l’attività agricola andava pian piano scomparendo (in particolare negli anni Ottanta) quei terreni divennero oggetto di acquisti per investimento da grandi società, sull’onda dell’idea di una crescita notevole della città e in particolare dell’asse commerciale sul confine Busto-Gallarate-Samarate (un bacino da quasi 150mila abitanti, oggi).
Un progetto che attendeva da 20 anni di essere realizzato, tra prospettive storiche che cambiavano, speculazione sui terreni, progressive modifiche al piano, rivisto già dall’amministrazione Mucci (con ricorso vinto da Immobiliare Futura, in quel caso). Nel 2015 l’amministrazione di centrosinistra approvò e adottò la Variante al Piano di Governo del Territorio, che rivedeva la previsione urbanistica, cancellando la previsione di centinaia di migliaia di metri cubi di cemento sull’area oggi a prati, boschi, depositi di vario genere, aree residuali da riqualificare.

«Richieste di incomprensibili risarcimenti» le definisce il PD, facendo quadrato intorno all’ex sindaco e all’ex assessore Pignataro. Assessore che tra l’altro – in quanto cittadino delegato dal sindaco ma non più consigliere – non era neppure chiamato a votare il provvedimento, a differenza di sindaco e consiglieri comunali.

Proprio dal piano giuridico parte la lettura del Pd: «Tale iniziativa, inusuale, difficilmente interpretabile e giustificabile sul piano giuridico trova, secondo il Circolo PD di Gallarate, una più chiara spiegazione sul piano politico, rappresentando forse il tentativo di noti interessi privati di condizionare le libere e responsabili scelte di Consiglieri Comunali e Dirigenti Tecnici dell’Amministrazione».

Il Pd ribadisce che la Variante fu approvata con «un iter assolutamente e puntigliosamente rispettoso delle procedure e delle norme di Legge», attraverso «tutti i passaggi pubblici» e con «pareri tecnici e legali sempre favorevoli». Il partito che era al governo della città rivendica la scelta dell’opzione zero come scelta per «il bene comune di tutti i cittadini, volta a conservare, tutelare e rendere fruibili le residue aree verdi miracolosamente scampate alla furia edificatoria che ha inserito Gallarate nella triste classifica delle città più edificate d’Italia, battuta solo da alcuni comuni dell’hinterland napoletano».

Oggi la necessità di ridurre l’erosione è «condivisa a livello politico, tanto da essere inclusa dall’attuale sindaco nel suo programma elettorale» e – sottolinea il Pd – è stata inserita come linea guida nel programma di governo del sindaco Andrea Cassani. Ed è anche in questo senso – e considerando che la Variante è in vigore già da un anno – il Pd adombra che la richiesta danni sia in realtà soprattutto un segnale politico: quali sono le finalità delle raccomandate inviate agli ex amministratori? «Sono destinate ad alimentare il sospetto che si voglia influenzare in qualche modo il dibattito politico su temi del territorio finendo in ogni caso per condizionare sia la minoranza che la maggioranza? Per questo chiediamo la continua attenzione dei cittadini gallaratesi e delle autorità preposte sui temi ambientali del territorio».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 14 Settembre 2016
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