Strutture abusive al centro di accoglienza: “Da demolire”

Il primo cittadino Guzzetti ha emesso una doppia ordinanza per la struttura che accoglie 130 richiedenti asilo: "Non ci sono le autorizzazioni". I gestori: "Dice bugie"

Profughi a Uboldo

Le opere realizzate nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Cascina Regusella a Uboldo devono essere demolite. A ordinarlo è il sindaco di Uboldo, Lorenzo Guzzetti, che ha emesso una doppia ordinanza per costringere la Cooperativa Balansino, che accoglie 130 richiedenti asilo, a demolire o eliminare molte delle strutture usate per accoglienza. Motivo: non poteva essere realizzato nulla su quel terreno e non erano stato chiesto nessun tipo di permesso.

L’ordinanza di demolizione è chiara nell’indicare le strutture abusive: «Le opere realizzate in assenza di Permesso di Costruire consistono in: 16 moduli prefabbricati, completi di impianti tecnologici, ad uso dormitorio, ufficio, servizi igienici; Trasformazione edilizia di stalle in ambienti pluriuso attrezzati con cucina collettiva, con permanenza di persone; Trasformazione della casa colonica (due alloggi per salariati addetti all’agricoltura e ufficio di pertinenza aziendale) in dormitorio».

Il sopralluogo della polizia locale, per verificare la situazione nel centro di accoglienza, è avvenuto lo scorso 7 settembre. Il sindaco Guzzetti spiega il motivo di questa ordinanza: «Il 13 maggio scorso il Ministero ha diffuso le linee guida per dare residenza ai profughi. Ma per eseguire correttamente questa procedura, devo fare quello che faccio per tutti gli uboldesi e vedere se ci sono le condizioni, anche urbanistiche. Queste non ci sono e considerando che per chiunque prende la residenza in un posto, la polizia locale controlla che ci siano tutte cose a posto, la procedura è stata effettuata anche in questo caso».

Dura e breve la risposta di Roberto Garavello della Cooperativa Balansino: «Il sindaco ha detto una bugia. Le risposte le darà il Tar, a cui stiamo presentando i documenti per il ricorso. La situazione è chiara e i documenti ci sono. Tutta le carte e le richieste che cita il sindaco sono state presentate all’Asl nel 2015 e al sindaco, per conoscenza, ha tutto. Tra 60 giorni avremo la risposta del Tar e allora sapremo cosa dovremo fare».

Intanto è partita l’ordinanza di demolizione delle strutture non a norma. Situazione che renderebbe difficile la permanenza da parte dei profughi. I lavori di sistemazione o demolizione dovranno essere eseguiti entro 90 giorni, oltre i quali «i fabbricati come sopra descritti e l’area di sedime – si legge nell’ordinanza -, nonché l’area necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive, verranno acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune di Uboldo».

Ma non è finita. Il primo cittadino di Uboldo ha emesso, per questi di pubblica sicurezza, anche l’ordinanza di interdizione «all’utilizzo dell’immobile su citato nelle more dell’accertamento del possesso dei requisiti di sicurezza, relativi alla salute e all’incolumità degli occupanti, e dell’ottemperanza dell’Ordinanza di demolizione».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 19 Settembre 2016
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