Il cadavere trovato nel bosco è di una maestra ticinese
Si tratta di Nadia Arcudi, una 35enne che insegnava alle elementari del paese. E' stata trovata senza vita nel bosco tra Rodero e Gaggiolo senza giacca e senza documenti

Il cadavere di donna trovato nel bosco tra Cantello e Rodero, nella giornata di domenica, appartiene a Nadia Arcudi, un’insegnante 35enne di Stabio, scomparsa da casa nella gioranata di venerdì.
La conferma è arrivata dalla Polizia Cantonale e dai Carabinieri della compagnia di Como, guidata dal capitano Francesco Donvito, che in un primo tempo avevano smentito la notizia.
Anche se non c’è ancora stato un riconoscimento da parte dei familiari le indagini congiunte da parte delle forze dell’ordine sui due lati del confine hanno portato alla scomparsa della giovane insegnante che questa mattina non si è presentata in classe.
Sul corpo della ragazza, trovata senza giacca e senza documenti, è stata effettuata l’autopsia per risalire alle cause della morte.
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
luigiudici su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
gokusayan123 su A Varese e provincia i furti preoccupano i residenti: “Sono entrati in casa a rubarmi con le tute da imbianchino”
BarbaraFede su «Nello sgombero dei senza tetto a Malpensa, i veri fragili sono i cacciatori e non i cacciati»
pzellner su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
UnoAcaso su Tassa sulla salute e ristorni, da Varese l'urlo di frontalieri e territori di confine: "Non siamo il bancomat di Stato e Regione"
Felice su Palloni per tutti, esperimento fallito
Tanto sappiamo già che è stato Stefano Binda. Facciamo così: preleviamo le tracce organiche con il dna dello stupratore. Teniamolo una quindicina d’anni e poi lo buttiamo via. Tra trent’anni (ri) arrestiamo Stefano Binda con l’accusa di omicidio. Rivoltiamo con le ruspe e l’esercito tutto il territorio tra Varese e Como, al di qua e al di là del confine in cerca del dna di Binda. Nel frattempo, per non restare con le mani in mano, facciamo qualche perizia grafologica sugli scritti di Binda (e, già che si siamo, anche di Sotgiu). Magari anche qualche “incidente probatorio”…..