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carlo schieppati

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I miei commenti (16)

  1. Tanto sappiamo già che è stato Stefano Binda. Facciamo così: preleviamo le tracce organiche con il dna dello stupratore. Teniamolo una quindicina d’anni e poi lo buttiamo via. Tra trent’anni (ri) arrestiamo Stefano Binda con l’accusa di omicidio. Rivoltiamo con le ruspe e l’esercito tutto il territorio tra Varese e Como, al di qua e al di là del confine in cerca del dna di Binda. Nel frattempo, per non restare con le mani in mano, facciamo qualche perizia grafologica sugli scritti di Binda (e, già che si siamo, anche di Sotgiu). Magari anche qualche “incidente probatorio”…..

    in Il cadavere trovato nel bosco è di una maestra ticinese

    18 Ottobre 2016 alle 7:20
  2. Ah sì? Gli investigatori – grazie al codice – hanno ancora la possibilità di continuare le indagini dopo che l’accusa ha firmato l’atto che certifica la chiusura delle indagini? E’ una cosa ridicola, una ulteriore prova che in questo disgraziato paese non è garantito alcun diritto alla difesa di un imputato “colpevole fino a prova contraria”. Ma si può avere il testo dell’ordinanza della Giorgetti? Sono disposto anche a pagare per leggerlo e metterlo nella mia personale galleria degli orrori.

    in Indagini su Lidia Macchi chiuse, ma si attende il dna

    8 Novembre 2016 alle 9:52
  3. Mi piacerebbe sapere dove l’avvocato della famiglia di Lidia riscontra “l’innegabile gravità del quadro indiziario a suo (di Binda) carico”. Potrebbe essere così gentile da dircelo, visto che la PM non ha fornito né prove né seri indizi. Le accuse contro Binda si configurano quali mere congetture e malevole insinuazioni: questa inchiesta è una vergogna!

    in Omicidio Lidia Macchi, chiesto il rinvio a giudizio per Binda

    27 Novembre 2016 alle 0:30
  4. Speriamo che a qualcuno di questi volontari non sia caduto per sbaglio un coltello col DNA di Stefano Binda….

    in Lidia Macchi, la Procura ringrazia i volontari per la pulizia del Sass Pinin

    9 Febbraio 2017 alle 23:07
  5. Eppure il GIP, sulla base delle perizie fornite da psicologi, criminologhi e grafologi su quella lettera attribuita a Binda, era arrivata a scrivere di “intento distruttivo della donna considerata causa di un rapporto sessuale vissuto come tradimento del proprio ossessivo e delirante credo religioso”. Chiunque in buona fede avrebbe potuto capire che quella non era la grafia di Binda. E allora perché tutta questa farsa?

    in Processo Lidia Macchi: un testimone dice di aver scritto la lettera che accusa Binda

    12 Aprile 2017 alle 12:42

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