Il Ticinese Ignazio Cassis è il nuovo ministro degli Esteri della Svizzera
È il terzo Ticinese a guidare la politica estera della Svizzera. Il primo fu il conservatore Giuseppe Motta dal 1920, per ben 20 anni. Il secondo fu Flavio Cotti che rimase alla testa del Dipartimento federale affari esteri dal 1993 al 1999.
La politica estera Svizzera tornerà a parlare italiano. Il ticinese Ignazio Cassis è il nuovo ministro svizzero degli Esteri. Dal primo novembre subentrerà al dimissionario Didier Burkhalter.
Cassis è stato eletto in Consiglio federale (il Governo elvetico) due giorni fa dal Parlamento nazionale.
«È per me un onore rappresentare la Svizzera, le sue istituzioni, il suo sistema democratico e le sue diverse culture sul piano internazionale. Nutro grande rispetto per questo compito di responsabilità nell’ambito della politica estera e sono felice di ricoprire presto questa carica».
“Il neoeletto Cassis – come si legge nella nota ufficiale del Consiglio federale – ha deciso di stilare un bilancio sulla sua attività quale consigliere federale dopo circa cento giorni dalla sua entrata in funzione. Durante questo periodo si preparerà ai suoi futuri compiti e non rilascerà dichiarazioni in merito”.
Cassis è il terzo Ticinese a guidare la politica estera della Svizzera. Il primo fu il conservatore Giuseppe Motta che guidò la diplomazia svizzera a partire dal 1920, per ben 20 anni. Il secondo fu Flavio Cotti che rimase alla testa del Dipartimento federale affari esteri dal 1993 al 1999.
“Al nuovo ministro – come afferma Tomas Miglierina di Rsi – spetterà il compito riprendere i dossier ancora aperti con l’UE. In questo ambito c’è la questione del contributo elvetico alla coesione europea: vedremo se sarà risolta prima dell’entrata in carica del nuovo capo Dipartimento, magari già nei prossimi giorni, oppure no. Alcuni, sulla piazza finanziaria elvetica, hanno suggerito di condizionare un altro esborso verso i nuovi paesi UE al riconoscimento dell’equivalenza tra misure elvetiche ed europee in campo di prodotti finanziari, precondizione perché questi prodotti possano continuare ad essere venduti nell’UE. Non è detto però che questa sia davvero una buona idea, perché la Svizzera per prima in passato ha sempre dichiarato che quel contributo è volontario e non il prezzo di qualcos’altro”.
Ieri Cassis aveva fatto un tweet dove mostrava lo schermo del suo smartphone indicando la grande quantità di messaggi ed email ricevute dopo l’elezione al Consiglio federale.
1012emails 496SMS 251whatssapp 379linked-in 152messanger: grazie di <3 per questo tsunami e scusatemi per non poter rispondere a ognuno!#RSI pic.twitter.com/SaNwl9WSyb
— Ignazio Cassis (@ignaziocassis) 21 settembre 2017
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