Confartigianato e Openjobmetis insieme per sostenere ripresa e crescita

Nella sede di viale Milano siglato un accordo per integrare domanda e offerta di lavoro. Fin da subito una sperimentazione nel Luinese. Rasizza: «Siamo il braccio armato di Confartigianato»

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«Forse la vera notizia sta nel fatto che oggi parliamo di occupazione e ripresa». L’osservazione di Rosario Rasizza, amministratore generale della agenzia per il lavoro Openjobmetis, a margine della presentazione della partnership con Confartigianato Imprese Varese, rivela qualcosa di più di una sensazione, come confermano i dati Istat. Ordinativi e fatturato sono in aumento ed è ripartita la domanda interna, la grande assente negli anni della crisi.

L’accordo tra  Openjobmetis e Confartigianato arriva dunque in un momento particolare, atteso e al tempo stesso temuto: la ripresa. Farsi trovare pronti alla ripartenza significa anche gestire in modo efficace ed efficiente la domanda e l’offerta di lavoro, soprattutto nelle micro e piccole imprese dove il bisogno di flessibilità nel lavoro è un’esigenza reale. «Questa partnership – ha spiegato Mauro Colombo, direttore di Confartigianato – è un’ulteriore tessera nel nostro puzzle sulla gestione del personale. Condividiamo domanda e offerta di lavoro perché le aziende hanno sempre più difficoltà a intercettare persone con le competenze adeguate, noi canalizziamo quel  bisogno e lo razionalizziamo, Openjobmetis farà il resto».

SIAMO IL BRACCIO ARMATO DELL’ASSOCIAZIONE
«Noi siamo il braccio armato dell’associazione – ha aggiunto Rosario Rasizza – e il nostro compito sarà costruire la panchina in azienda. Con Confartigianato possiamo diventare ottimi connettori, è una partnership importante e concreta per ripartire dal territorio».

Il pregiudizio è un aspetto che accompagna da sempre il lavoro interinale, usato spesso a sproposito come sinonimo di precarietà se non addirittura di lavoro irregolare. In realtà  questa forma di lavoro, ampiamente utilizzata in altri paesi, è regolata da una legge dello Stato di vent’anni fa. La ragione di questa reputazione errata potrebbe essere legata al fatto che in Italia c’è una scarsa cultura della mobilità nel lavoro. «I lavoratori interinali sono pagati in base ai contratti collettivi di lavoro che in Italia sono oltre 600 – ha precisato Rasizza – . Per fare un esempio, se forniamo del personale a Malpensa per portare i pasti sugli aerei, gli si applica il corrispondente contratto collettivo nazionale che prevede anche l’indennità di pista perché quel lavoratore è esposto a un rischio. Quindi non c’è alcuna disparità di trattamento rispetto agli altri lavoratori. Le agenzie sono molto vigilate e somministrazione significa lavorare nella legalità».

LAVORATORI E UNICORNI
Il passaparola nella ricerca di personale non basta più. Per le aziende reperire alcune figure, come quella del mitico saldatore , del tornitore o del meccatronico, lavoratore che ha competenze  di elettronica e meccanica, diventa spesso un problema. «Sono come gli unicorni – dice Claudia Chiuppi, responsabile del servizio amministrazione del personale di Confartigianato – difficili da trovare soprattutto in un momento in cui c’è un’ampia offerta di lavoro. E questa partnership con Openjobmetis è importante proprio perché parte dalle esigenze concrete delle aziende».
Una prima sperimentazione dell’accordo verrà fatta nel Luinese, un’area che da una parte subisce il dumping salariale della vicina Svizzera e dall’altra affronta con difficoltà la ripartenza, come testimoniano le tante e recenti chiusure di imprese del settore metalmeccanico. «L’arte dei mestieri classici  – ha concluso Elisa Fagotto, business model e partnership developer di Openjobmetis – deve incrociare la tecnologia anche in quelle mansioni dove la manualità è l’elemento che ha sempre fatto la differenza». Anche nel salario, considerato che un buon tornitore oggi può arrivare a guadagnare 2.500 euro netti al mese.

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Pubblicato il 26 Ottobre 2017
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