“Mia figlia morta per un video, non lasciamo soli i nostri ragazzi”

Parla Paolo Picchio, padre della giovane che 4 anni fa si lanciò dal balcone perché vittima di un gravissimo episodio di cyberbullismo. “Ora la legge c’è ma i giovani stiano in guardia”

“Le parole fanno male più delle botte, ma a voi non fanno male? Siete così insensibili?”.

Scritto a mano su un foglio, questo è stato il messaggio che il padre di Carolina trovò in camera della figlia dopo il volo dalla finestra che la uccise.

Galleria fotografica

Contro cyberbullismo e violenza di genere 4 di 5
bullismo gavirate 5 dicembre

Oggi quest’uomo era a Gavirate per raccontare il suo dramma ai ragazzi delle medie, affinché non si ripeta.

Carolina era una ragazza bellissima che non ce l’ha fatta a reggere il peso di un video messo in rete dopo una sera con gli amici, dove incosciente dopo un malore, a terra, è stata sottoposta ad atti sessuali finiti in un video, e da lì su whatsapp.
Immagini che l’hanno resa fragile e per questo si è tolta la vita a 14 anni.

Oggi suo padre, Paolo Picchio, a quattro anni dalla morte della figlia, ha raccontato ad un auditorium strapieno e che in silenzio ha ascoltato i consigli di questo uomo che si presta alla campagna di sensibilizzazione contro il cyberbullismo.
«Sì, è solo grazie a quelle poche ma profonde parole scritte su quel foglio, quella sera, dalla mia Carolina, che sono riuscito ad andare avanti. E che sono qui a darvi qualche consiglio».

L’incontro si inserisce nell’ambito di un ciclo di conferenze che riguardano anche altre scuole della provincia.

Oggi erano presenti anche l’associazione I Care di Travedona Monate, col giornalista Angelo Fiombo.

Prima di tutto, la base del ragionamento di papà Paolo, c’è l’importanza e la profondità dell’uomo: «Ragazzi: siete opere d’arte uniche, non replicabili, e nella vostra unicità sta la forza che dovete trovare per opporvi a chi vi prende in giro perché siete grassi o magri, alti o bassi e via dicendo: sono i bulli i deboli, ricordatelo».
Gli strumenti, anche normativi, esistono. A Milano è attivo il primo centro di coordinamento per il cyberbullismo con protocollo ministeriale. Ma è stata proprio la morte di Carolina a dare il “là” ad una nuova legge entrata in vigore solo l’estate scorsa, grazie all’interessamento della questione da parte della senatrice Elena Ferrara, insegnante di musica della ragazza e proponente del disegno di legge (è la Legge 29 maggio 2017, n. 71)

Una norma illustrata dalla criminologa Marilena Guglielmetti: le nuove regole accorciano la distanza fra giovani e istituzioni e introducono elementi come i tavoli tecnici o i referenti presenti a livello scolastico che aiutano ad arginare il problema e ad intervenire in maniera sempre più tempestiva.

Perché, purtroppo, cattivi si diventa, e c’è sempre qualcuno che rischia di doverne pagare le conseguenze.
Proprio come ha spiegato Roberta Donati, dell’associazione “No Violenza Donna”: prima ad allenare una squadra di calcio maschile, già trent’anni fa; prima donna commentatrice sportiva: ai tempi, un’eresia. Poi la violenza, ma anche il coraggio della testimonianza e dell’aiuto per un’altra piaga attuale, la violenza di genere.
Due forme di aggressione che potenzialmente può riguardare ciascuno di noi, ha spiegato il dirigente scolastico David Arioli nel suo saluto alle classi presenti.

I giovani hanno a lungo applaudito il padre di Carolina, che non ha dubbi su quale sia la strada da percorrere: «Non lasciamo i nostri ragazzi da soli e spieghiamo loro i rischi dei social e delle conseguenze che un post di oggi, potrà avere sulla vita domani. E ai cuoricini, e ai like, preferite una carezza, un bacio, un abbraccio o una parola».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

Un giornale è come un amico, non sempre sei tu a sceglierlo ma una volta che c’è ti sarà fedele. Ogni giorno leali verso le idee di tutti, sostenete il nostro lavoro.

Pubblicato il 05 Dicembre 2017
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Contro cyberbullismo e violenza di genere 4 di 5

Video

“Mia figlia morta per un video, non lasciamo soli i nostri ragazzi” 1 di 1

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.