Il restauro della basilica “ospite” del Rotary La Malpensa
L'impegnativo cantiere di restauro, avviato nel 2015, è stato illustrato da monsignor Valagussa e dall'architetto Gasparoli
Il restauro della basilica “ospite” del Rotary Club La Malpensa: il prevosto di Gallarate monsignor Ivano Valagussa ed il progettista del restauro, l’architetto Paolo Gasparoli, hanno illustrato gli impegnativi lavori avviati due anni fa e in pieno svolgimento.
«Un lascito destinato al restauro della Basilica è stato il volano che ha permesso di dare inizio alle opere attualmente in corso, rese necessarie dal deterioramento generale dell’edificio ,che ha portato anche a problemi di sicurezza ai quali bisognava assolutamente porre rimedio, anche perchè l’ultimo restauro in ordine cronologico della Basilica risale al 1961» spiegano dal Rotary.
«L’obiettivo, oltre che tutelare i beni artistici è quello di adattare gli spazi accessori e gli impianti tecnologici». Gli interventi riguardano il restauro delle superfici interne, con la pulitura dei dipinti e degli stucchi, l’estrazione dei sali solubili, il consolidamento delle pellicole pittoriche e l’integrazione della parti mancanti, oltre che la riqualificazione degli impianti tecnologici (impianto di riscaldamento con controllo dei dati di temperatura e umidità per garantire la migliore conservazione delle decorazioni e degli stucchi, impianto di illuminazione a led, impianto audio, tutti con una attenzione al contenimento dei consumi energetici) e il riuso della Cappella degli Sposi, oggi inutilizzata, come sala polifunzionale, adeguatamente dotata di nuovi servizi igienici ad uso della Basilica».
Più volte – nell’arco di due anni – è stato detto che il restauro è anche occasione per «la riscoperta di un luogo simbolico», un edificio costruito nel momento in cui (negli anni Sessanta dell’Ottocento) l’Italia trovava l’unità e il piccolo borgo di Gallarate si apprestava a diventare Città, crescendo oltre le ristrette mura che contenevano l’abitato da secoli e avvicinandosi ai piccoli paesi circostanti, destinati a diventare prima frazione e poi quartieri urbani. Da allor – e fino agli anni Sessanta – la basilica con la sua alta cupola si staglierà sui tetti della città, come testimoniato da diverse (e alcune celebri) vedute otto-novecentesche.
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