Un organo Mascioni da record nel Duomo di Firenze

Il restauro è durato circa un anno. Il risultato è uno strumento "monumentale" che con le sue 7.551 canne è uno dei più grandi d'Europa

Avarie

L’8 dicembre scorso presso il Duomo di Firenze (Cattedrale di Santa Maria del Fiore) è stato inaugurato il più complesso e tecnologicamente avanzato organo Mascioni esistente.
Il restauro durato un anno ha sostituito le parti usurate, cambiato il sistema di trasmissione e installato una nuova consolle dotata di 5 tastiere di 61 note e una pedaliera di 32 note, per un totale di 168 registri (128 sonori e 40 meccanici).

Il lavoro ha riguardato inoltre la progettazione di nuovi centralini elettronici dotati di schede con microprocessore, un aggiornamento che prevede la possibilità di suonare contemporaneamente due consolle e l’aggiunta di tecnologie di ultima generazione come i display touch screen e i sensori di prossimità per gli organisti. Il risultato è un organo “monumentale” che con le sue 7.551 canne è uno degli strumenti più grandi d’Europa.

La Famiglia Vincenzo Mascioni srl è una delle più antiche case organarie a livello mondiale con oltre 1200 strumenti realizzati nell’arco dei 188 anni di ininterrotta attività. La storia della fabbrica d’organi di Azzio è strettamente legata al lavoro e alla vita dell’omonima famiglia che di padre in figlio si tramanda l’amore per questa attività.

La sua storia inizia nel lontano 1829 a Comacchio di Cuvio , dove due frati conventuali, padre Antonio e padre Pasquale Mascioni, rifugiatisi ad Azzio, avviarono il loro giovanissimo nipote Giacomo a intraprendere l’arte organaria. L’attività in questi primi anni si svolge nelle zone limitrofe raggiungendo le valli del vicino Canton Ticino, in Svizzera.

Il 3 agosto 1925 Vincenzo Mascioni iscrive alla Camera di Commercio Industria ed Agricoltura di Varese la ditta individuale “Famiglia Artigiana Vincenzo Mascioni”. Sotto la sua guida, con l’aiuto dei figli maschi: Giacomo, Ernesto, Giovanni, Angelo, Vincenzo, Tullio e dei collaboratori, l’azienda cresce d’importanza raggiungendo livelli tecnici d’avanguardia e notorietà mondiale. Il 31 gennaio 1973 avviene la trasformazione della società, in società a responsabilità limitata denominata Famiglia Vincenzo Mascioni srl. Dagli anni ‘90 è attiva la sesta generazione, Andrea Mascioni (a sinistra nella foto) è l’attuale legale rappresentante della società.

Immerso nel verde della Valcuvia, il laboratorio è ancor oggi, nel suo aspetto esteriore, quello del secolo scorso, lambito dal torrente che per decenni ha fornito l’energia necessaria al funzionamento delle macchine.  Il lavoro nel laboratorio procede secondo regole artigianali antiche e scrupolose con la divisione in piccoli ambienti: fonderia, falegnameria e luoghi di assemblaggio. Accanto agli attrezzi di tradizione per fondere il metallo e lavorare il legno trovano posto, negli uffici al piano superiore dell’opificio, computer dotati di avanzatissimi software per l’elaborazione grafica dei progetti. Un artigianato che rispetta e tramanda l’antico integrandolo con le nuove tecnologie.

Da quasi due secoli i Mascioni garantiscono la continuità nel passaggio generazionale e proseguono una tradizione familiare che li ha portati alla costruzione di più di mille organi e, negli ultimi decenni, ad un’intensa opera di restauro di strumenti antichi. In merito al loro prodotto, l’azienda ha partecipato e vinto il bando Imprese di valore, l’iniziativa di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia per premiare le migliori realtà aziendali del territorio.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Dicembre 2017
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