Alex Bellini e l’esplorazione ai tempi di internet

Negli ultimi vent’anni anni ha compiuto spedizioni sia per mare sia per terra. Tanti i chilometri macinati, tanti i mesi spesi in solitaria in ambienti spesso estremi. Ecco la storia di Alex Bellini.

Percorrere 2.000 chilometri a piedi fra i ghiacci dell’Alaska trainando una slitta. Attraversare a remi prima l’Atlantico e poi il Pacifico. Correre da Los Angeles a New York per un totale di 5.000 chilometri. Imprese estreme, impossibili quasi per tutti ma non per Alex Bellini, l’esploratore del V elemento, un vero e proprio avventuriero che, a differenza dei più, conserva lo spirito pionieristico del viaggiare.

Alex Bellini nasce 39 anni fa in un piccolo paese di montagna in provincia di Sondrio. Dopo le scuole superiori si iscrive alla Facoltà di Scienze Bancarie ma ben presto si accorge di non amare quel tipo di vita. Le imprese che danno una svolta alla sua esistenza sono una la continuazione dell’altra e risalgono agli anni 2000. In quell’occasione Alex attraversa il magnifico territorio dell’Alaska trainando una slitta, per un totale di 2.000 chilometri.

«Prima del 2002 stentavo a dare un senso alla mia vita. Avevo la sensazione di essere nel posto sbagliato, nei panni della persona sbagliata», racconta. Dopo l’avventura in Alaska, Alex capisce quale direzione debba prendere la sua vita, capisce che “da grande” desidera essere un avventuriero. Così inizia a dedicarsi a ciò che gli piace di più fare: esplorare l’ambiente naturale.

alex bellini

Alex Bellini e la rete

Oggi Alex continua a percorrere strade che lo portano «non si sa dove» e in questo processo internet svolge un ruolo fondamentale. Si tratta di uno strumento imprescindibile per la raccolta di dati e informazioni sulla geografia del territorio o sul clima. Documentarsi via internet prima di una spedizione permette ad Alex di ridurre il rischio insito ogni sua impresa ed eventualmente sviluppare strategie per la gestione degli imprevisti.

«Non oso immaginare cosa volesse dire avventurarsi in Antartide senza sapere quali fossero le condizioni che si potevano incontrare», confessa Alex. Un altro aspetto importante è dato dal fatto di poter condividere la propria esperienza con il popolo del web tramite la sue pagine Facebook, Instagram e il canale YouTube.

«Internet ha un ruolo terapeutico, mi aiuta a sentirmi meno solo» rivela l’esploratore. «Ricordo che durante l’attraversata del Pacifico poter parlare con mia moglie mi ha restituito coraggio, fiducia e positività. Senza la rete non sarebbe stato possibile vivere quel momento.» Internet ricoprirà un ruolo decisivo rivelandosi strumento utile, necessario e fondamentale anche nella prossima impresa di Alex: sopravvivere su iceberg della Groenlandia documentandone le fasi di vita. Obiettivo della spedizione? Condurre ricerche a scopo scientifico e, al contempo, aiutare noi, «esseri della strada», a prendere familiarità con un iceberg, col ghiaccio, «metafora del genere umano alla deriva sul nostro Pianeta».

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Pubblicato il 28 Marzo 2018
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