La città ricorda il dottor Habermann, il giusto che salvò ebrei e tedeschi

La città ha ricordato la figura del medico ungherese che operò a Busto Arsizio e salvò dai campi di sterminio numerosi ebrei, non ebrei e anche due tedeschi che si dissociarono dal Reich

lapide habermann ospedale busto arsizio

Si è svolta oggi, martedì, la cerimonia davanti alla lapide che ricorda il dottor Habermann nel giardino dell’ospedale di Busto Arsizio in occasione della giornata dei Giusti. Il monumento all’interno dell’area dell’ospedale fu posato nel 2014 da Gigi Farioli che lo inserì tra le pietre vive della città.

Aladár Hábermann (detto Aldo) è stato un medico ungherese che abitava in città. Nato nel 1904 a Csátalja, il dottor Hábermann era ebreo, ma, benché convertito, fu perseguitato dalle leggi razziali. Salvò decine di persone ricercate dai nazifascisti, come scrive la figlia Anna Maria Hábermann: “nello stesso periodo in cui la sua famiglia veniva perseguitata in Ungheria e poi sterminata dai nazisti, mio padre – coadiuvato validamente dalla moglie Rosa e dal fratello di lei, Mario De Molli – aveva costituito in Italia una rete clandestina di “salvatori di vite”, riuscendo a sottrarre alle persecuzioni nazifasciste più di 50 fra partigiani e perseguitati politici, e parecchi ebrei, sia italiani che stranieri. Grazie a questi meriti civili egli ricevette l’agognata cittadinanza italiana dal presidente Einaudi nel 1951, epoca in cui non era facile per uno straniero divenire italiano”.

Anna Maria, la figlia del dottor Habermann, ha presenziato alla cerimonia insieme al sindaco Emanuele Antonelli, al direttore dell’Asst Valle Olona Giuseppe Brazzoli e ad una delegazione di studenti del liceo Tosi. Ha letto alcune lettere inedite scritte da testimoni che sono stati salvati dal medico ungherese. Ebrei, non ebrei, due tedeschi che si erano si dissociati, dissidenti politici e tra questi alcuni li tenne nascosti per mesi in casa. Una delle lettere porta la firma di Enrico Tosi che è stato anche parlamentare negli anni successivi alla fine della guerra.

Il sindaco ha invitato gli studenti presenti, che hanno fatto un lavoro di ricerca e avevano approfondito le figure di Cosimo Orrù e Habermann, anche alla cerimonia del 24 aprile che si svolge in Procura, davanti alla lapide di Orrù.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Marzo 2018
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