Furto negli armadietti dell’ospedale: sono luoghi pubblici o di privata dimora?

Una piccola diatriba giuridica nel cuore di un procedimento che vede imputata una persona per fatti che risalgono al 2012. Il 14 maggio deciderà il giudice

Avarie

Lui è di origini straniere, dice al giudice di aver messo la testa a posto dopo un passato burrascoso. Ora per vivere fa il dog sitter, ma è accusato di aver rubato negli armadietti dell’ospedale di Varese e nella borsa di una dottoressa.

Per questi fatti avvenuti nel 2012 è giunto il momento della verità: innocente fino a prova contraria, sarà tuttavia il giudice Valentina Maderna a decidere.

Non prima, però, di aver risolto un’interessante questione giuridica, che ha visto contrapporsi due tesi maturate in aula a colpi di riferimenti di sentenze di Cassazione tra l’avvocato difensore Martina Zanzi e il pubblico ministero Lucilla Gagliardi.

Il quesito è il seguente: l’armadietto dove i dipendenti ripongono i propri effetti personali è da ritenersi o no privata dimora?

Il punto non è poca cosa. Una questione del tutto giuridica, perché a seconda di quello che verrà definito, cambiano gli articoli del codice penale da applicare e la pena, in caso di condanna, che potrà quindi essere più o meno grave.

Ma non solo: quante persone che lavorano ogni giorno in ospedali, uffici, dipartimenti, università e quant’altro c’è nella galassia del “pubblico” si possono potenzialmente trovare nei panni delle persone offese da reati come il furto?

Ora si attende la prossima udienza, fissata a breve, per il 14 maggio.

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Pubblicato il 30 Aprile 2018
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da carlo196

    La cosa vergognosa non è tanto la diatriba riguardo il tipo di reato ma il fatto che si sta facendo un processo ora per un fatto accaduto nel 2012.

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