Appassionati di araldica riuniti a Varese: il resoconto del convegno
Il 4 e 5 maggio scorsi Varese ha ospitato per la prima volta il convegno "Araldica: attualità e prospettive". La cronaca della "due giorni"

Il 4 e 5 maggio scorsi Varese ha ospitato per la prima volta in città quello che ormai è il più importante appuntamento araldico italiano, il convegno “Araldica: attualità e prospettive”
L’appuntamento itinerante, promosso dal “Centro Studi Araldici” per l’edizione varesina è stato ospitato dall’Università degli Studi dell’Insubria.
Un evento che, in collaborazione con Varesenews, ha visto il lancio di un censimento delle testimonianze araldiche presenti in provincia di Varese: un’iniziativa che ha portato alla raccolta di diverse decine di immagini che ora dovranno essere organizzate e catalogate dal Centro Studi Araldici, nella speranza di poter poi raccogliere e catalogare tale materiale in un’apposita pubblicazione cartacea.
Minore invece è stata la partecipazione dei varesini al convegno, che – probabilmente condizionato dal sentire comune che relega l’araldica al passato e ad interessi elitari di anziani aristocratici – vi hanno fatto capolino solo timidamente, anche se ha raccolto alcuni dei più autorevoli esperti della materia del nostro Paese.

COME E’ ANDATA
Lo schema della due giorni ha visto innanzitutto, nella mattina del primo giorno, un momento di analisi della situazione della disciplina in Italia con una tavola rotonda sul rapporto oggi fra araldica ed arte (fra gli intervenuti anche il prof. Andrea Spiriti di Uninsubria e Gianfranco Rocculi, il più autorevole studioso italiano di araldica viscontea) e la presentazione dell’ultimo “Rapporto Nazionale sullo Stato dell’Araldica“.
Nel pomeriggio invece si è parlato invece della valorizzazione di quanto oggi ruota intorno al mondo dell’araldica in Italia, con la consegna del “Gran Premio Scudo d’Oro“, la presentazione di un artista esperto in araldica (il bresciano Marco Foppoli, noto anche per gli studi sulle insegne lombarde e gli stemmi civici di molti comuni lombardi, fra cui quello di Morazzone), di un’associazione che si occupa di araldica (quest’anno la “Società Italiana di Studi Araldici“), di un monumento d’interesse araldico (in questo caso il Castello di Melegnano), di una disciplina affine all’araldica (per il 2018 la vessillologia, ad opera del bollatese Flasio Livio Marchetto di Bandierestoriche) e la visita (virtuale) a delle testimonianze araldiche del territorio ospitante l’evento, che quest’anno ha visto la proiezione delle immagini inviate dai lettori di Varesenews.

La seconda giornata invece ha visto la presentazione, da parte degli autori, dei libri ad argomento araldico, usciti nell’ultimo anno: giornata che ha visto l’intervento in particolare di Roberto Stevenazzi (gallaratese, ricercatore dell’associazione Terra Insubre), di Massimo Ghiardi e Giovanni Giovinazzo, curatori del libro “Le api delle città” e animatori del portale Internet “AraldicaCivica”, che a corollario della presentazione del libro da loro curato hanno fatto un exursus sulla presenza delle api negli stemmi civici dei comuni del varesotto ed omaggiato i presenti di uno studio sullo stemma della città di Varese e della provincia omonima.
A chiudere l’evento un altro prezioso omaggio offerto dal Centro Studi Araldici a tutti i presenti: gli atti del convegno svoltosi a Como nel 2013 e dedicato allo Stemmario Carpani, manoscritto quattrocentesco che costituisce una delle più importanti e preziose fonti araldiche lombarde.
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