In arrivo 300 mila euro per l’ostello di Monteviasco

Lo ha annunciato Comunità Montana a margine di un incontro su Rete Natura 2000

Curiglia con Monteviasco -  Piero, i Mulini e Monteviasco

A margine dell’incontro avvenuto ieri nella sede di rappresentanza di Comunità montana di Via Collodi a Luino il presidente dell’ente Giorgio Piccolo ha parlato anche di importanti novità per Monteviasco: «Nel bilancio del 2018 sono stati stanziati fondo per un valore di circa 300 mila euro con la previsione di completare l’ostello».

L’OSTELLO DI MONTEVIASCO

Piccolo ha poi aggiunto che «Comunità Montana è sensibile alle situazioni dei piccoli comuni di montagna, che vedono un progressivo spopolamento e per i quali si è impegnata per renderli turisticamente interessanti ed accessibili col ripristino di sentieri e piste ciclopedonali che possano attirare visitatori che, oltre ad apprezzare le bellezze naturalistiche, possano anche sostenere l’agricoltura di nicchia di montagna».
L’incontro aveva come obiettivo discutere del progetto Life Natura 2000.

COS’E’ LIFE NATURA

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali” (Art. 2). Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico.

La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l’agricoltura non intensiva. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).

Un altro elemento innovativo è il riconoscimento dell’importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). Gli Stati membri sono invitati a mantenere o all’occorrenza sviluppare tali elementi per migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000.

In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.

Informazioni riguardanti la rete Natura 2000 negli altri paesi dell’Unione si trovano sul sito europeo .

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Pubblicato il 30 Maggio 2018
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