Cesare Cremonini, re di San Siro per una notte

Il cantautore bolognese è stato accolto da 56mila persone per la sua prima data nel grande stadio. Due ore e mezza di grande spettacolo

Generico 2018

“Benvenuti nel miglior scenario possibile, benvenuti nel mio sogno”. Quando sale con le braccia spalancate a ricevere tutto il calore possibile della sua prima volta a San Siro, lo si capisce che Cesare Cremonini è lì per godere di ogni passo fatto in questi vent’anni di carriera.

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Cesare Cremonini in concerto a San Siro 4 di 43

Un sogno nato in un tempo così lontano che sarebbe un peccato non viverlo fino in fondo, proprio adesso che è tempo di tirare le somme. “Lo sognavo fin da bambino”, racconta guardano il pubblico, col sorriso compiaciuto che solo un vero show sa mostrare.

E allora dà inizio al suo spettacolo più bello, quello che lo mette al centro del suo mondo artistico e personale, dove tutto è possibile. Gli scenari di Cesare Cremonini diventano così una raccolta di emozioni dove la scaletta è una fotografia delle tappe della sua carriera.

“Padremadre”, “Latin lover”, “Figlio di un re”, “Le sei e ventisei” diventano caselline che si accendono nella testa ed un attimo ritrovarsi ai tempi in cui “50 special” e “Marmellata #25” erano colonne sonore di un’epoca diversa, non migliore o peggiore, ma sicuramente nostalgicamente lontana. Ma poi arriva l’energia e la consapevolezza degli ultimi pezzi, dove Cesare Cremonini ha messo tutta la fatica necessaria per prendersi ciò che era dovuto. “Possibili scenari”, “Kashmir Kashmir”, “Un uomo nuovo” così, suonano davanti alle 56.000 persone di San Siro come un inno a quello che è stato e che sarà.

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E allora si balla, si salta, si urla come pazzi. Perchè, in fondo, Cesare Cremonini ha sempre regalato al suo pubblico dei piccoli amuleti per scacciare paure, superare amori finiti, gioire della vita, vivere di sogni e tornare con i piedi per terra ma con qualche soluzione in più.

Il pubblico lo accompagna quindi su “Il comico (sai che risate)”, “La nuova stella di Broadway”, “Lost in the weekend”, “Buon viaggio”, “Mondo” (in duetto con un Jovanotti virtuale) fino agli ultimi pezzi “Nessuno vuole essere Robin” o “Poetica” e godere di quello spettacolo che ha dentro il ragazzino che girava in Vespa sui colli, l’uomo che ha saputo rialzarsi nei momenti più difficili e il mattatore che gioca con le note.

Cesare Cremonini vive la passerella a passi di danza, mostrando abiti scintillanti, gioca con la telecamera, si muove con fare istrionico, in uno spettacolo che è stato montato alla perfezione intorno al concept dell’ultimo album. Cinque grandi schermi, come barre giganti, diventano il sottofondo visivo di uno show di due ore mezza. Ad accompagnarlo una squadra di undici musicisti, tra cui l’amico e storico compagno d’avventura Ballo che lo seguono in una scaletta che alterna stati d’animo e atmosfere.

Come ha abituato i fan che lo seguono da anni, dedica un momento al suo pianoforte, omaggio a quei tasti bianchi e neri da cui è iniziato tutto, e reinterpreta “Una come te” e le “Sei e ventisei” , introdotti da una versione in jazz di “Figlio di un re”. Inaspettatamente, in questa scaletta che alla fine conterà 23 brani, manca “Vorrei” uno dei pezzi a cui il pubblico è più affezionato. Cesare Cremonini si prende anche un momento per chitarra e voce mentre “Il Pagliaccio” è suonata in una versione rock. Per il resto, il concerto fila via con arrangiamenti potenti e vicini a quelli degli album.

Quando nel 2014 l’abbiamo lasciato sulle note del “Logico Tour”, si era bene capito che per il ragazzetto dal ciuffo rosso era arrivato il momento di fare il salto e godersi un palcoscenico da veri “re”, con schermi giganti a fare da sfondo, stelle filanti per dar inizio alla festa, “fiamme di fuoco” per intrattenere i suoi ospiti e coriandoli per ricordare che la musica, in fondo, non è altro che una grande festa.

E così, quando saluta sulle note di “Un giorno migliore” non puoi far altro che dargli appuntamento al prossimo show, a San Siro ovviamente.

Sul palco Nicola “Ballo” Balestri, basso; Andrea Morelli, chitarre elettriche e acustiche; Alessandro de Crescenzo, chitarre elettriche e acustiche; Michele Guidi, tastiere; Bruno Zucchetti, tastiere; Andrea Fontana, batteria; Andrea Giuffredi, tromba; Massimo Zanotti, Trombone; Gabriele Bolognesi, Sax e flauto traverso
Annastella Camporeale, cori; Gigi Fazio, cori, chitarra acustica.

Foto di Raffaele Della Pace 

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Giugno 2018
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