Chiappella l’icona delle bocce trionfa a Reno
Il talento luinese dal passato stellare ha messo in fila due campioni come Antonini e Zarini, componenti della rappresentativa di Varese, arrivata ad un soffio dalle finali di Coppa Italia maschile
Non è affatto inusuale, nel leggere le classifiche delle gare che si svolgono fra Piemonte e Lombardia, trovare al primo posto assoluto il nome di Massimiliano Chiappella. Il Luinese ha caratterizzato ormai da parecchi lustri il livello qualitativo delle competizioni, categoria raffa, non solo nel nord Italia, bensì a livello nazionale ed internazionale.
Stiamo parlando di un fuoriclasse, che fin da giovanissimo, a otto anni, – figlio d’arte, il padre, ottimo giocatore, lo ha certamente indirizzato sulla strada dello sport boccistico – manifestava doti fuori dal comune: accostatore preciso e sicuro in qualsiasi zona del campo, bocciatore “sopramano” altrettanto puntuale nel colpire la malcapitata boccia dell’avversario con la giusta angolazione, onde ricavare il massimo vantaggio dall’impatto. C’era da dubitare sul suo luminoso futuro? Assolutamente no. Così il titolo mondiale a squadre nel 1995, quelli europei, sempre a squadre, del 1994 e 1998, quello mondiale a squadre di club del 2002 furono la logica conseguenza di un talento che aveva ben pochi uguali.
Sorge allora la domanda: questi grandi risultati sono datati, come mai non si ripetono ai nostri giorni? A parte che con la sua attuale Società-Bocciofila Possaccio, di Verbania – si è piazzato al secondo posto nel Campionato Italiano di Società appena concluso, abbiamo voluto sentire dalla sua voce le ragioni per le quali ora non disputa le gare domenicali elite, che permettono di accedere alla categoria A1, praticamente il serbatoio dal quale la Federazione attinge per selezionare gli atleti che devono rappresentare l’Italia nelle manifestazioni internazionali.
Come prevedibile la motivazione rientra nell’analisi che un impegno sportivo ad altissimo livello comporta sempre, qualsiasi sport si pratichi: dedizione a 360 gradi, trasferte lunghe e ricorrenti con tempi molto ravvicinati, difficoltà a far collimare lavoro e famiglia, lontananze sovente ardue da far accettare soprattutto dopo la sua lunga militanza al massimo della competitività.
Ma allora luinesi e non dovranno accontentarsi di ammirare sporadicamente un virtuoso della raffa? Quali sono i suoi programmi a breve termine? Gli appassionati possono stare tranquilli, la sua classe non sarà appannata da un impegno meno assillante – ricordare il piazzamento nel Campionato Italiano sopra accennato -, i suoi numerosissimi fans – Romano Luini avanti tutti – potranno continuare a tifare per lui, l’icona delle bocce che ha caratterizzato un’epoca continuerà a imperversare, come ha appena fatto a Reno, dove ha messo in fila due campioni come Antonini e Zarini, componenti della rappresentativa di Varese, arrivata ad un soffio dalle finali di Coppa Italia maschile, e … peccato per la nazionale italiana che non potrà più avvalersi dei suoi inimitabili servizi.
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