Il cammino cambia il mondo

Una pattuglia di cinque esploratori lungo la Via Francisca da Busto Arsizio a Boffalora sopra Ticino. Pur nelle differenze saltano steccati e muri

Via Francisca Busto Boffalora

Puntuali come un orologio svizzero alle 7.45 è suonato il campanello. Sotto le finestre Marco e Martin arrivati entrambi in treno. Loro non si conoscono e vengono da mondi diversi. Il primo lavora nella segreteria dell’assessore Stefano Bruno Galli in Regione. In più prosegue la sua trasmissione giornaliera su radio Padania e l’impegno come consigliere comunale per la Lega. Martin fa l’attore e lavora in tante iniziative per i bambini con il suo Progetto Zattera.

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Via Francisca, da Busto a Boffalora sopra Ticino 4 di 25

Si uniscono al terzetto partito ieri che oltre a me è costituito da Marika, blogger di viaggi e cammini e da Giuseppe, uno dei soci e fondatori di Hagam, una società di comunicazione con sede a Gallarate. Un quintetto bene assortito con un preciso impegno: per oggi non si parla di politica anche se poi non sempre lo abbiamo rispettato.

Siamo partiti alle 8 dal Centro giovanile Stoa dove abbiamo dormito. Un luogo pieno di energia e di spirito di accoglienza. Siamo stati così bene che una volta arrivati verso le 16.30, non siamo più usciti fino al mattino dopo. La comunità accoglie già gruppi e pellegrini e potrà diventare un’ottima base di appoggio per la via Francisca.

Due chilometri e torniamo sul punto in cui abbiamo lasciato il tracciato alla fine della prima tappa proprio di fronte all’ingresso del parco dell’Alto milanese. Ci siamo immersi in questa oasi verde e da lì ancora un po’ di strada tutta dentro la campagna siamo arrivati a Buscate. Dodici km in tutto e una prima sosta per un caffè e far riposare i piedi. Da lì un tratto non proprio esaltante fino a Cuggiono dove si fa un giro dell’oca solo per portarci davanti la villa Annoni dove ha sede il comune. Il parco annesso è però chiuso fino alle 14 e così lo vedremo la prossima volta perché abbiamo ancora un bel pezzo di strada da fare. 

Poco cammino e siamo arrivati a Castelletto di Cuggiono da dove parte il Naviglio grande. Lo scenario cambia in modo profondo e il tratto di via sull’alzaia caratterizza quello che sarà il cammino fino a Pavia.

Ancora poco e siamo arrivati a Bernate Ticino con la sua imponente canonica di San Giorgio che in questo periodo è in ristrutturazione. Ci siamo fermati nel cortile dell’oratorio che ha spazi perfetti per una accoglienza. La signora che fa la volontaria ci racconta che già passano diversi pellegrini e che pensare di sviluppare quel cammino sarebbe un’ottima azione per il paese e la zona. 

La strada percorsa insieme è un momento di forte condivisione. Si parla tanto dei progetti per la crescita della Francisca. Si trova il tempo anche per scherzare tanto e nella pausa pranzo nasce un teatrino divertentissimo tra Martin e Marco, con il primo, che vista la sua provenienza Argentina, imita papa Bergoglio e il secondo che gli tiene testa. Il cammino è un vero ponte tra culture, storie, opinioni diverse. È occasione di incontro e anche confronto. Ha una sorta di magia nel liberare energie positive che valorizzano le persone e le differenze. Saltano pregiudizi e barriere e la riprova è stata la giornata di oggi.
Il paesaggio apre una visione nuova in angoli antichi.

“Camminare cambia il mondo?”

Questa la domanda che riecheggiava nella mente soprattutto nel primo tratto. È una domanda pretenziosa forse, ma la vedrei così: camminare in zona conosciute, in un periodo che non è certo quello delle vacanze ma della ripresa, è una strana sensazione, molto poco esotica, per certi versi dura. Camminare così sembra che non modifichi nulla, sembra un cammino nella quotidianità. Sono più gli sguardi sorpresi di chi ti vede entrare in un supermercato con lo zaino, o ti guarda attraverso i finestrini dell’auto mentre si reca al lavoro. Sguardi curiosi, interrogativi: il look da pellegrino-escursionista fa pensare a dei folli che hanno bisticciato con la bussola.

Rincuora quando qualcuno chiede se stiamo facendo il cammino della via Francisca. Ci si sente riconosciuti.
“Camminare cambia il mondo?”
-Chiede Giuseppe- “Credo di sì, in senso etimologico “mundus” è “pulito, ordinato”.

Come dire: diamo una forma a quello che ci sta intorno ripulendolo dalle informazioni di troppo. E in un paesaggio antropizzato, noto, geograficamente vicino al tuo mondo quotidiano, muoversi a piedi, con un altro tempo, attraverso sentieri diversi dalla strada abituale è un po’ cambiare il mondo, l’ordine delle cose. Per questo appare forse più difficile rispetto a percorrere un cammino già tracciato e abitualmente percorso da pellegrini, come Santiago o la Francigena.

C’è la sensazione di essere pionieri che scoprono non una terra nuova, ma novità in una terra “conosciuta”. Poi arriva il Naviglio grande e accanto paesi nuovi, con una distanza di “sicurezza” da casa. “Omnes viae Romam perducunt” e anche se non è la meta a cui arriveremo in questo cammino, quantomeno ora siamo su quella strada.

Quando siamo arrivati a fine tappa a Boffalora sopra Ticino Marco ha proseguito il cammino per andare a prendere il treno a Magenta. Eravamo tutti dispiaciuti del doverci separare, ma contenti della strada percorsa insieme, della vicinanza per diverse ore senza nasconderci le differenze, ma capaci di dare valore a chi siamo che è sempre molto di più delle appartenenze.
Noi quattro siamo arrivati al Giardino fiorito, un B&B dove dormiremo questa notte. 

Boffalora è un bel paese con una storia antica che arriva fino ai Celti e agli Etruschi. Da qui sono passati in tanti compreso Scipione l’africano per fermare la discesa di Annibale. La zona deve la sua crescita al Naviglio grande i cui lavori iniziarono nel lontano 5 agosto 1179, la data in cui si festeggia la Madonna della neve che è rimasta tuttora un punto di riferimento per il paese.

La tappa di oggi di 27 km ha presentato punti di grande interesse ed ha evidenziato aspetti del lavoro che andrà fatto per far decollare il cammino. 

Percorrere il tracciato è fondamentale per conoscere bene le esigenze di chi farà la via. Domani tappa ancora lunga con una pausa a Morimondo dove incontreremo il sindaco del bel borgo. La tappa si chiuderà poi a Fallavecchia, piccola e carina frazione del paese.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Settembre 2018
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